Inventario 1693, Stanza VI, n. 44; Inventario 1790, Stanza VII, n. 50; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 30. Acquisto dello Stato, 1902.
Nell’inventario del 1693 è possibile rintracciare questo dipinto nell’opera posta «Sotto al Zampanaro a Capo il letto un quadruccio in tavola alto un palmo in circa con un Bambino con il mondo in mano del No 657 di Andrea del Sarto scritto dietro. Cornice di noce profilata in oro». Riportata la medesima attribuzione nei documenti successivi, ritenuta «assurda» da Paola della Pergola (1955), Adolfo Venturi avvicina il quadro ad una più generica scuola fiorentina (1893).
Sicuramente da avvicinare ad un pittore che studia il maestro fiorentino menzionato nei documenti inventariali, si potrebbe pensare per questa tavoletta ad una composizione di tipo devozionale, calibrata sull’iconografia del Bambino Gesù proposta nella Sacra Famiglia Borgherini del Metropolitan Museum di New York (inv. 22.75), o ad una composizione preparatoria, una sorta di bozzetto, per una più complessa opera. Infatti, la piccola tavola, dalla difficile leggibilità a causa dei fori prodotti dai tarli e dalle numerose e significative abrasioni, presenta un piccolo Gesù seduto con un globo in mano. Tale attributo rimanda alla figura del Cristo appellato come ‘Salvator Mundi’, una tradizione molto presente nella pittura rinascimentale nordeuropea, dove la sfera terrestre è sormontata da una croce ad affiancata dalla mano di Gesù in atto di benedire. Questa tipologia di immagini veniva sovente esposta en pendant con una figura della Vergine.
Lara Scanu