Il frammento proviene, presumibilmente, dagli scavi della tenuta Borghese di Mentana del 1833; nella Villa è ricordato per la prima volta da Nibby, nel 1841, a ornamento del Portico. Dell’originaria scultura, raffigurante Leda, rimane la parte inferiore delle gambe, dal ginocchio, la roccia di sostegno, lo sgabello e il plinto ovale. Si tratta probabilmente di una replica di tarda età severiana di un originale di IV secolo a.C. attribuito allo scultore Timotheos. Nella sala VI della Galleria Borghese è esposta una seconda scultura analoga che si conserva integra (inv. CVIIC).
Probabilmente proveniente dagli scavi di Mentana (Archivio di Stato di Roma, Camerlengato II, tit. IV, b. 204, fasc. 1219: Pala 1976, p. 44); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., p. 42, n. 13. Acquisto dello Stato, 1902.
Si dice che Zeus volò a Leda, mia madre, in forma di cigno,
come se cercava rifugio davanti a un'aquila,
e segretamente la sposò
(Euripide, Elena vv. 17-21)
Il frammento conserva la parte inferiore della figura di Leda, le gambe dal ginocchio, l’appoggio della roccia, lo sgabello sotto il piede sinistro e il plinto ovale. La statua doveva probabilmente raffigurare la giovane regina nell’atto di accogliere in grembo Zeus, nelle sembianze di un cigno. La figura, poggiata a una roccia, parzialmente conservata, era presumibilmente ricoperta in parte da un leggerissimo chitone e da un himation, un mantello. La raffigurazione potrebbe essere una rielaborazione di un originale attribuito allo scultore Timotheos, del IV secolo a.C., diffuso in molte repliche note. Nella Galleria Borghese è presente una seconda scultura integra del medesimo modello iconografico, esposta nella sala VI (inv. CVIIC). Una replica analoga, datata all’età adrianea, si conserva ai Musei Capitolini (inv. n. 302; Dalli Regoli, Nanni, Natali 2001, p. 90). Il frammento Borghese sembra provenire dagli scavi nella tenuta Borghese di Mentana, svolti nel 1833, in particolare nei pressi della Cappella del Romitorio: “Avanzo di statuetta dal ginocchio in giù, con panneggio” (Archivio di Stato di Roma, Camerlengato II, tit. IV, b. 204, fasc. 1219: Pala 1976, p. 44). Nella Villa Borghese è ricordato dal 1832 al 1893, posto, nel Portico, su un cippo iscritto dedicato a Spedonte (Nibby 1841, p. 909, n. 7; Venturi 1893, p. 9); mentre nel 1987 è menzionato nella Cantina (Moreno, Sforzini 1981, p. 350).
La Rieche, che lo studia nel 1978, ne riconosce una replica di tarda età severiana, inquadrabile nel III secolo d.C., soprattutto in base all’osservazione stilistica delle pieghe del panneggio che appaiono irrigidite nella caduta verticale sul lato destro (Rieche 1978, p. 29, n. 24, tav. 27).
Giulia Ciccarello