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Interno di osteria

Tilborch Gillis van

(Bruxelles 1625 - 1678 ca.)

Il dipinto, probabilmente acquistato da Marcantonio IV Borghese nel 1783, è documentato con assoluta certezza nella raccolta pinciana solo a partire dall'Ottocento. Firmata sul tino poggiato sul pavimento a destra, l'opera si inserisce perfettamente nella produzione di Gillis van Tilborch, artista fiammingo specializzato in questo genere di pittura, educato all'arte da suo padre Egidius e da David Teniers il Giovane. Raffigura un interno di osteria dove alcuni avventori, riuniti intorno a un tavolo, sono ritratti intenti a discutere e schiamazzare.


Scheda tecnica

Inventario
284
Posizione
Datazione
1660-1670 ca.
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tela
Misure
cm 79 x 99
Cornice

Cornice ottocentesca decorata con quattro palmette angolari (cm 97 x 117,6 x 8)

Provenienza

(?) Roma, Marcantonio Borghese, 1783 (Della Pergola 1959); Roma, collezione Borghese, 1833 (Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 21). Acquisto dello Stato, 1902.

Iscrizioni

Firmato sul tino 'TILBORC'

Conservazione e Diagnostica
  • 1936 - Augusto Cecconi Principi;
  • 1947 - Carlo Matteucci.

Scheda

La provenienza di questo dipinto è tuttora ignota. Secondo un'ipotesi poco attendibile formulata da Paola della Pergola (Ead. 1959), l'opera - seppur non compresa nel relativo elenco - sarebbe stata acquistata dal principe Marcantonio IV Borghese nel 1783, giungendo poco dopo nella raccolta pinciana dove è documentata a partire dal 1833 (Inventario Fidecommissario 1833).

La tela fa parte di un genere di pitture largamente ricercate in tutta Europa dai membri della nobiltà e della borghesia, attratti da quadri di piccolo formato con interni di osterie e scene di vita popolare. Firmata sul tino poggiato sul pavimento in basso a destra, fu eseguita dal pittore fiammingo Gillis van Tilborgh tra il 1660-1670, periodo in cui, secondo quanto espresso da Kristina Herrmann Fiore (Ead. 2003), l'artista maturò un proprio stile, interessandosi in particolar modo alla descrizione irrisoria del mondo popolare raffigurando scene di bivacco e interni di osterie. In questo caso, rappresenta una taverna buia e fredda in cui un bevitore e alcuni avventori sono ritratti intorno a un tavolo, mentre alcune donne cuociono pietanze intorno a un camino. Alle loro spalle, emerge una figura femminile con un curioso bastone, probabilmente una cabarettista.

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 421;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 148;
  • J. A. Rusconi, La Villa, il Museo e la Galleria Borghese, Bergamo 1906, p. 89;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 202; Zoege Von Manteuffel 1939, XXXIII, p. 167;
  • A. De Rinaldis, Catalogo della Galleria Borghese, Roma 1948., p. 79;
  • L. van Puyvelde, La Peinture Flamande à Rome, Bruxelles 1950, p. 208;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, Roma 1951, p. 51;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, p. 190 n. 285;
  • C. Stefani, in P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 360;
  • K. Herrmann Fiore, in Degustazioni d’arte. Enologia mitica, spirituale, simbolica e metafisica nelle collezioni pubbliche di Roma, a cura di C. Biasini Selvaggi, Roma 2003, p. 60;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 95.