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Madonna con Bambino

Batoni Pompeo Girolamo

(Lucca 1708 - Roma 1787)

Si tratta di una tela di devozione privata eseguita intorno al 1740 dall’artista lucchese Pompeo Girolamo Batoni. Prima dell’acquisto da parte dello Stato nel 1909 il dipinto recava un’attribuzione a Carlo Maratti, subito cambiata in quella attuale, che è stata unanimemente accettata alla luce degli evidenti accenti batoniani dell’opera. 


Scheda tecnica

Inventario
542
Posizione
Datazione
1738-1742
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tela
Misure
cm 64 x 48
Cornice
Fine ‘700/’800 (con listello a nastro avvolto, loto e palmette) cm. 82 x 66 x 5,5
Provenienza
Acquisto dello Stato dal conte Guglielmo Aluffi-Pontini, 1909.
Mostre
  • 2016-2017 Senigallia, Palazzo del Duca
Conservazione e Diagnostica
  • 1909 Luigi Bartolucci (foderatura)
  • 1936 Augusto Cecconi Principi (rifoderatura)
  • 1983 Gianluigi Colalucci

Scheda

Il dipinto, squisito esempio della produzione sacra di Batoni, raffigura la Vergine a mezza figura, con veste rosea e manto azzurro e con un velo ocra sul capo, con accanto il Bambino nudo che, seduto su un cuscino, con la mano sinistra accarezza teneramente il volto della madre e con l’altra mano impugna una mela, allusione al frutto del peccato originale. Il motivo dello scambio di affetti tra la Madonna e il Bambino, riproponendo una soluzione compositiva di impianto classico che guarda a illustri modelli cinque-seicenteschi, è elaborato dall’autore ispirandosi alle opere di Raffaello, Correggio e soprattutto Guido Reni, che furono tra i principali riferimenti dell’artista lucchese. L’opera risente anche delle lezioni di Sebastiano Conca e Francesco Trevisani, ma va notata in particolare una certa aderenza alla maniera di Carlo Maratti, al quale la tela era infatti attribuita al momento dell’acquisto da parte dello Stato nel 1909. Il dipinto venne destinato alla Galleria Borghese grazie all’interessamento del direttore Giulio Cantalamessa, che ne propose l’acquisto presso il conte Guglielmo Aluffi-Pontini. L’attribuzione a Maratti venne subito cambiata con quella attuale, unanimemente accolta dalla critica in considerazione degli evidenti caratteri batoniani dell’opera, ovvero la fattura levigata, quasi porcellanacea delle figure, gli incarnati rosei e i colori chiari e luminosi. 

Pompeo Batoni giunse ventenne a Roma e ben presto si trovò al centro della vita artistica della città, dove raggiunse una notevole fama presso i viaggiatori stranieri, soprattutto grazie alle sue eccellenti capacità di ritrattista. Il resto della sua produzione pittorica si divide in opere di carattere profano, prevalentemente mitologico, e religioso, molto spesso di soggetto mariano come nel caso di questa tela della Galleria Borghese, che anche per le dimensioni può essere messa in relazione con numerose opere di devozione privata eseguite dall’artista.

Paola Della Pergola ha proposto una datazione intorno al 1770, mentre Anthony Clark ne ha anticipato l’esecuzione di circa trent’anni, ipotizzando il 1742 circa (Della Pergola 1959, p. 72; Clark 1985, p. 223). Nella recente monografia sull’artista, Edgar Peters Bowron propende per una datazione al 1738-1740 (già ipotizzata in De Angelis 1984, p. 18) in base al confronto con un’opera coeva, raffigurante il Giudizio di Salomone e di ubicazione ignota, in cui le caratteristiche fisiognomiche e la resa dei panneggi di alcuni personaggi sono molto simili a quelle della Madonna con Bambino (Bowron 2016, p. 34). In relazione alla tela Borghese esistono uno studio preparatorio a sanguigna certamente autografo (Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, n. 5785) e una replica con varianti, la cui ambientazione è al lume di candela e con effetti notturni, segnalata da Della Pergola in collezione privata romana. Quest’ultima potrebbe essere la stessa apparsa sul mercato romano nel 1958 (Clark, cit., p. 223).

Pier Ludovico Puddu




Bibliografia
  • P. D’Achiardi, Nuovi acquisti della R. Galleria Borghese, in “Bollettino d’Arte”, VI, 1912, pp. 85-87;
  • F. Pellati, I Musei e le Gallerie d’Italia, Roma 1922, p. 317;
  • H. Voss, Die Malerei des Barock in Rom, Berlin 1925, pp. 412, 648;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I: La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 225;
  • E. Emmerling, Pompeo Batoni. Sein Leben und Werk, Darmstadt 1932, p. 116, n. 101;
  • A. De Rinaldis, Catalogo della Galleria Borghese in Roma, Roma 1948, p. 67;
  • A. De Rinaldis, La R. Galleria Borghese in Roma, Roma 1948, pp. 38, 60, 100;
  • A. De Rinaldis, L’arte in Roma dal Seicento al Novecento, Bologna 1948, pp. 173-174;
  • V. Golzio, II Seicento e il Settecento, U.T.E.T., Torino 1950, pp. 741-742;
  • P. Della Pergola, Itinerario della Galleria Borghese, Roma 1951, p. 36
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, pp. 71-72, 229, n. 105
  • M.A. De Angelis, La Madonna del preziosissimo sangue di Pompeo Batoni, Roma 1984, p. 18;
  • A.M. Clark, Pompeo Batoni. A Complete Catalogue of his Works with an Introductory Text, a cura di E.P. Bowron, Oxford 1985, p. 223, n. 55;
  • K. Herrmann Fiore, Guida alla Galleria Borghese, 1997, pp. 105-106;
  • C. Stefani, in P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 355;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 174;
  • P.P. Quieto, Pompeo Girolamo de’ Batoni. L’ideale classico nella Roma del Settecento, Roma 2007, p. 145;
  • Maria Mater Misericordiae. L’iconografia mariana nell’arte dal Duecento al Settecento, catalogo della mostra (Senigallia, Palazzo del Duca, 2016-2017), a cura di G. Morello, S. Papetti, Milano 2016, pp. 132-133, n. 33;
  • E.P. Bowron, Pompeo Batoni. A complete Catalogue of his Paintings, I, New Heaven e London 2016, p. 34, n. 30.