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Marina

Wals Gottfried

(Colonia 1595 - Calabria 1638)

Il dipinto proviene verosimilmente dall’eredità di Olimpia Aldobrandini (1623-1681), madre del principe Giovanni Battista Borghese (1639-1717). Sicuramente di ambito olandese, l’opera è stata attribuita a Jan Van Ossembeeck, un pittore di Rotterdam che lavorava a Roma verso la metà del Seicento sugli esempi di Agostino Tassi e di Filippo Napoletano, ma è probabilmente da ricondurre alla mano di Gottfried Wals, artista tedesco attivo a Roma nel primo Seicento al seguito di Agostino Tassi.


Scheda tecnica

Inventario
198
Posizione
Datazione
Prima metà del XVII secolo
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su rame
Misure
cm 16 x 25
Provenienza

Inventario Olimpia Aldobrandini, 1682 (?); Collezione Borghese, citato nell’Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 28, n. 47. Acquisto dello Stato, 1902.


Scheda

Negli antichi inventari della collezione Borghese il dipinto non è individuabile con certezza data la presenza di numerose opere di piccole dimensioni a soggetto paesaggistico, per lo più attribuite ad autore “incognito”. Secondo Paola Della Pergola (1959, p. 179) esso proviene dall’eredità di Olimpia Aldobrandini, nel cui inventario post mortem del 1682 compare un “quadretto in rame con paese e mare con Barchetta e genti con cornice d’ebano et alto palmi uno come Inventario a fogli 226 n. 627”. Nonostante la compatibilità con i dati forniti da tale descrizione, è rilevabile una lieve difformità nelle dimensioni. L’opera potrebbe essere individuabile nell’inventario fidecommissario del 1833 alla voce “Tre quadretti, d’autore incognito, larghi palmi 1, oncie 1 1/7; alti palmi 1”, identificazione che ritorna anche nelle schede del Piancastelli. Tuttavia, a tale proposito, la genericità della descrizione non permette di affermarne la sicura corrispondenza con la Marina Borghese.

Adolfo Venturi (1893, p. 121), seguito da Roberto Longhi (1928, p. 197) e Della Pergola (1959, cit., p. 179), è stato il primo a fare il nome del pittore di Rotterdam Jan van Ossembeeck. L’artista fu attivo a Roma intorno alla metà del Seicento, dipingendo paesaggi con figure e animali ispirati agli esempi di Agostino Tassi e Filippo Napoletano. In tempi più recenti il nome dell’artista è stato ripreso da Kristina Herrmann Fiore (2006, p. 69). Sebbene dal confronto con le poche opere note dell’artista emergano alcune affinità stilistiche con il piccolo rame Borghese, come ad esempio l’uso di una tavolozza dai toni chiari e luminosi soprattutto nella resa degli azzurri dei cieli e delle acque, sono riscontrabili anche alcune vistose differenze: l’artista propende per formati di maggiori dimensioni, con figure più definite e la frequente presenza di animali. Appare invece più convincente la proposta attributiva di Luigi Salerno (1976, p. 187), il quale ha avanzato il nome di Gottfried Wals, artista tedesco attivo a Roma nel primo Seicento al seguito di Agostino Tassi. L’opera è infatti accostabile ai modi di Wals sia per la tipologia della pennellata che per la propensione al piccolo formato con soggetti paesistici animati da figure in miniatura e attenzione alla resa degli effetti luministici, che l’artista rielabora anche sulla base della lezione di Adam Elsheimer.

 

Pier Ludovico Puddu




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 454.
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 121.
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 197.
  • T.H. Fokker, in,U. Thieme, F. Becker, Allgemeines Lexikon der Bildenden Künstler, XXVI, Leipzig 1932, p. 72.
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, p. 179, n. 264.
  • L. Salerno, Pittori di Paesaggio del Seicento a Roma, I, Roma 1976, p. 187.
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 69.