Il dipinto, in cattivo stato di conservazione, è attribuito a Jan Bruegel il Vecchio, ma probabilmente va riferito a un pittore della sua cerchia incline a una pittura dagli accenti luministici, meno nitida rispetto agli esempi del Maestro.
Inventario 1790, Stanza VIII, n. 49; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 29. Acquisto dello Stato, 1902.
La piccola tavola, dal precario stato di conservazione, rappresenta un episodio della vita di Giovanni Battista tratto dal Vangelo di Luca (3, 1-18), quello della predicazione. Il santo precursore di Cristo si trova in un posto rialzato sulla sinistra, sopra una roccia e in posizione oratoria, con il braccio destro alzato in direzione della folla che, sotto di lui, ascolta e si interroga sui sulle sue parole.
Presente nella collezione molto tarda, la prima attestazione di questo dipinto è registrabile al 1790, quando è annotato un «S. Gio. Battista, Simon da Pesaro», dunque ritenuto di mano del Cantarini. L’errore, portato avanti sia nell’inventario fidecommissiario sia dal Piancastelli, viene poi riesaminato da Adolfo Venturi (1893), che lo attribuisce, forse per la capacità miniaturistica delle figure magistralmente espressa dall’artista, al francese Jacques Callot. Longhi (1928) non diede seguito a nessuna delle precedenti paternità proposte, senza tuttavia formularne di nuove. Paola Della Pergola (1959) è la prima che ravvisa delle caratteristiche che avvicinano il dipinto all’ambiente fiammingo, più precisamente alla cerchia il Jan Brueghel il Vecchio o alla fase del primissimo soggiorno romano di Martin de Vos, sebbene con una forte riserva dovuta alla problematica condizione della superficie pittorica.
Sarebbe forse più pertinente, accogliendo l’indicazione dell’ambito fiammingo, avvicinare questa composizione alla cerchia di un altro interessantissimo pittore, Denijs Calvaert, capace di attuare una perfetta compenetrazione tra il paesaggio e la minuziosa preziosità nordica con gli insegnamenti dell’Accademia dei Carracci.
La struttura e la gestualità del protagonista ricorda la disposizione della Predica di san Paolo di Raffaello, sia nella sua versione di cartone preparatorio, oggi al Victoria and Albert Museum (inv. Royal Loans.7), sia nell’arazzo per la Cappella Sistina realizzato a Bruxelles presso la bottega di Pieter van Aelst e oggi ai Musei Vaticani (inv. MV.43876.0.0), che l’artista di Anversa ebbe sicuramente modo di studiare e portare alla sua bottega quando intorno al 1560 lavorò con Sabbatini nelle decorazioni vaticane. La rarefazione delle figure, quasi ectoplasmatiche, molto somiglia alle soluzioni adottate dal Calvaert in composizioni come l’Annunciazione del Bowdoin College Museum of Art (inv. 2010.36), il Giudizio Universale del Muzeum Narodowe w Krakowie (inv. MNK XII-A-174), il Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria delle National Trust Collections conservato in Stourhead, Wiltshire (inv. 732108) e, soprattutto, la Sacra Famiglia con il piccolo San Giovanni Battista nel paesaggio della National Gallery of Scotland (inv. NG 2447).
Lara Scanu