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Pesca miracolosa

Tisi Benvenuto detto Garofalo

(Garofalo o Ferrara 1476 - Ferrara 1559)

Il paesaggio sullo sfondo è di chiara matrice ferrarese, mentre l'impianto delle figure risente dell'influsso dei moduli raffaelleschi rielaborati attraverso le suggestioni naturalistiche di Dosso e Tiziano. Il soggetto della tavola va riconosciuto come la Pesca miracolosa, riportata nel Vangelo di Giovanni (21, 1-14): Gesù dopo la Resurrezione, apparve sulla riva del mare di Tiberìade, a Pietro, due discepoli e ai figli di Zebedeo, ordinando di tirare la rete sulla parte destra della barca, così da trovarla piena di pesci da mangiare insieme.


Scheda tecnica

Inventario
236
Posizione
Datazione
1524 circa
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tavola
Misure
cm 74,5 x 91,5
Provenienza

Collezione Borghese, Manilli 1650, p. 82; Inventario 1693, Stanza XI, n. 74; Inventario 1790, Stanza VII, n. 112; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 30. Acquisto dello Stato, 1902.

Mostre
  • 2008, Ferrara, Castello Estense
  • 2013, Illeggio
  • 2017, Milano, Palazzo Reale
  • 2022, Ferrara, Museo Archeologico Nazionale (Programma MiC: 100 opere tornano a casa)
Conservazione e Diagnostica
  • 1874, Pietro Principi
  • 1903, Luigi Bartolucci (disinfestazione dai tarli)
  • 1910, Luigi Bartolucci
  • 1933, Renato Guttuso
  • 1955, Alvaro Esposti
  • 1965, Alvaro Esposti
  • 2003, Laura Ferretti e Francesca Tizzani
  • 2008, Laboratorio di Restauro ex Soprintendenza c/o Palazzo Barberini
  • 2011, Nicoletta Naldoni
  • 2019, Koinè
  • 2011, Emmebi (indagini diagnostiche)
  • 2020, Measure3D di Danilo Salzano (scansioni laser 3D)
  • 2020, Erredicci (indagini diagnostiche)
  • 2021, ArsMensurae di Stefano Ridolfi (indagini diagnostiche)
  • 2021 IFAC-CNR (indagini diagnostiche)

Scheda

L’episodio raffigurato in questa raffinatissima tavola è tratto dal Vangelo di Giovanni (21, 1-1-8) e può più correttamente essere intitolato Gesù e i discepoli di Galilea. La composizione presenta il momento esatto in cui, gettata la rete dei pesci dopo una nottata senza pesca su indicazione del Cristo sul lato destro dell’imbarcazione, i discepoli di Galilea riescono a portare nello scafo una significativa quantità di pesci e Pietro, riconosciuto il gesto e la voce, di lega la tunica e raggiunge a piedi la riva del lago di Tiberìade dove riconosce il suo Signore.

Quest’opera deve essere giunta all’interno della raccolta di Scipione attraverso un precoce acquisto o dono, dato che si trova per la prima volta descritta nel testo di Jacopo Manilli (1650) come: «Sopra il letto, la Conversione di San Paolo, quadro grande e sotto questo, il picciolo di S. Pietro, che camina su l’onde, sono del Garofali». Il quadro si trovava, come d’uso e di tradizione, in coppia con la Conversione di San Paolo dello stesso autore (inv. 347), a richiamare il senso della chiamata alla fede attraverso la caduta a terra o l’immersione in acqua.

La composizione di questa tavola rappresenta l’abilità del Garofalo a rappresentare anche uno spazio acquatico come quello proposto dall’episodio evangelico: al suo interno, la luce dell’alba sullo sfondo a sinistra illumina la scena del miracolo della pesca e conduce lo spettatore all’osservazione del vero e proprio atto di fede che si svolge a destra, sulla riva del lago dinnanzi ad un profilo cittadino. Le cromie e il trattamento del paesaggio rappresentano una vera e propria commistione tra Tiziano e l’arte dei Dossi (Fioravanti Baraldi 1993), evocata nelle sue forme più raffaellesche (Gruyer 1897; Berenson 1932) anche nei profili dei personaggi raffigurati. 

La critica è concorde nel ritenere l’opera databile agli anni Venti del Cinquecento (Fioravanti Baraldi 1976-1977), con una particolare predilezione per il 1524 (Herrmann Fiore 2002).

Lara Scanu




Bibliografia
  • I. Manilli, Villa Borghese fuori di Porta Pinciana, Roma 1650, p. 82
  • E. Platner, Bes Chreibung der Stadt Rom, III.3. Das Marsfeld, die Tiberinsel, Trastevere und der Janiculus, III, Stuttgart 1842, p. 293
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 133
  • G. Gruyer, L’art Ferrarais a l’époque des Princes d’Este, II, Parigi 1897, p. 325
  • B. Berenson, The North Italian Painters of the Renaissance, New York-London 1907, p. 227
  • E. G. Gardner, The Painters of the School of Ferrara, London 1911, p. 237
  • R. Longhi, Precisioni nelle gallerie italiane. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 198
  • A. Venturi, Storia dell’Arte Italiana, IX, 4, Milano 1929, pp. 318, n.1
  • B. Berenson, Italian Pictures of Renaissance. A list of the Principal Artist and their Works with an Index of Places, Oxford 1932, p. 219
  • B. Berenson, Pitture italiane del Rinascimento: catalogo dei principali artisti e delle loro opere con un indice dei luoghi, Milano 1936, p. 236
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, n. 58
  • P. Della Pergola, L’inventario Borghese del 1693. III, «Arte Antica e Moderna», 30, 1965, p. 209, n. 587
  • B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Central Italian and North Italian Schools, I, London 1968, p. 157
  • A. M. Fioravanti Baraldi, Benvenuto Tisi da Garofalo tra Rinascimento e Manierismo. Contributo alla catalogazione delle opere dell’artista dal 1512 al 1550, 1976-1977, pp. 48, 122-123
  • A. M. Fioravanti Baraldi, Il Garofalo. Benvenuto Tisi pittore (c. 1476-1559), Rimini 1993, n. 95
  • C. Stefani, in Galleria Borghese, a cura di P. Moreno e C. Stefani, Milano 2000, p. 258
  • K. Herrmann Fiore, in Il museo senza confini. Dipinti ferraresi del Rinascimento nelle raccolte romane, a cura di J. Bentini e S. Guarino, Milano 2002, pp. 164-165, scheda 21
  • K. Hermann Fiore, Roma scopre un tesoro. Dalla Pinacoteca ai depositi, un museo che non ha più segreti, Roma 2006, p. 79
  • M. Danieli, scheda n. 32, in Garofalo. Pittore della Ferrara Estense, catalogo della mostra (Ferrara, Castello Estense, 5 aprile - 6 luglio 2008), a cura di T. Kustodieva, M. Lucco, Milano 2008, p. 162