Pesca miracolosa
(Garofalo o Ferrara 1476 - Ferrara 1559)
Il paesaggio sullo sfondo è di chiara matrice ferrarese, mentre l'impianto delle figure risente dell'influsso dei moduli raffaelleschi rielaborati attraverso le suggestioni naturalistiche di Dosso e Tiziano. Il soggetto della tavola va riconosciuto come la Pesca miracolosa, riportata nel Vangelo di Giovanni (21, 1-14): Gesù dopo la Resurrezione, apparve sulla riva del mare di Tiberìade, a Pietro, due discepoli e ai figli di Zebedeo, ordinando di tirare la rete sulla parte destra della barca, così da trovarla piena di pesci da mangiare insieme.
Scheda tecnica
Inventario
Posizione
Datazione
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
Misure
Provenienza
Collezione Borghese, Manilli 1650, p. 82; Inventario 1693, Stanza XI, n. 74; Inventario 1790, Stanza VII, n. 112; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 30. Acquisto dello Stato, 1902.
Mostre
- 2008, Ferrara, Castello Estense
- 2013, Illeggio
- 2017, Milano, Palazzo Reale
- 2022, Ferrara, Museo Archeologico Nazionale (Programma MiC: 100 opere tornano a casa)
Conservazione e Diagnostica
- 1874, Pietro Principi
- 1903, Luigi Bartolucci (disinfestazione dai tarli)
- 1910, Luigi Bartolucci
- 1933, Renato Guttuso
- 1955, Alvaro Esposti
- 1965, Alvaro Esposti
- 2003, Laura Ferretti e Francesca Tizzani
- 2008, Laboratorio di Restauro ex Soprintendenza c/o Palazzo Barberini
- 2011, Nicoletta Naldoni
- 2019, Koinè
- 2011, Emmebi (indagini diagnostiche)
- 2020, Measure3D di Danilo Salzano (scansioni laser 3D)
- 2020, Erredicci (indagini diagnostiche)
- 2021, ArsMensurae di Stefano Ridolfi (indagini diagnostiche)
- 2021 IFAC-CNR (indagini diagnostiche)
Opera attualmente non esposta
Scheda
L’episodio raffigurato in questa raffinatissima tavola è tratto dal Vangelo di Giovanni (21, 1-1-8) e può più correttamente essere intitolato Gesù e i discepoli di Galilea. La composizione presenta il momento esatto in cui, gettata la rete dei pesci dopo una nottata senza pesca su indicazione del Cristo sul lato destro dell’imbarcazione, i discepoli di Galilea riescono a portare nello scafo una significativa quantità di pesci e Pietro, riconosciuto il gesto e la voce, di lega la tunica e raggiunge a piedi la riva del lago di Tiberìade dove riconosce il suo Signore.
Quest’opera deve essere giunta all’interno della raccolta di Scipione attraverso un precoce acquisto o dono, dato che si trova per la prima volta descritta nel testo di Jacopo Manilli (1650) come: «Sopra il letto, la Conversione di San Paolo, quadro grande e sotto questo, il picciolo di S. Pietro, che camina su l’onde, sono del Garofali». Il quadro si trovava, come d’uso e di tradizione, in coppia con la Conversione di San Paolo dello stesso autore (inv. 347), a richiamare il senso della chiamata alla fede attraverso la caduta a terra o l’immersione in acqua.
La composizione di questa tavola rappresenta l’abilità del Garofalo a rappresentare anche uno spazio acquatico come quello proposto dall’episodio evangelico: al suo interno, la luce dell’alba sullo sfondo a sinistra illumina la scena del miracolo della pesca e conduce lo spettatore all’osservazione del vero e proprio atto di fede che si svolge a destra, sulla riva del lago dinnanzi ad un profilo cittadino. Le cromie e il trattamento del paesaggio rappresentano una vera e propria commistione tra Tiziano e l’arte dei Dossi (Fioravanti Baraldi 1993), evocata nelle sue forme più raffaellesche (Gruyer 1897; Berenson 1932) anche nei profili dei personaggi raffigurati.
La critica è concorde nel ritenere l’opera databile agli anni Venti del Cinquecento (Fioravanti Baraldi 1976-1977), con una particolare predilezione per il 1524 (Herrmann Fiore 2002).
Lara Scanu
Bibliografia
- I. Manilli, Villa Borghese fuori di Porta Pinciana, Roma 1650, p. 82
- E. Platner, Bes Chreibung der Stadt Rom, III.3. Das Marsfeld, die Tiberinsel, Trastevere und der Janiculus, III, Stuttgart 1842, p. 293
- A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 133
- G. Gruyer, L’art Ferrarais a l’époque des Princes d’Este, II, Parigi 1897, p. 325
- B. Berenson, The North Italian Painters of the Renaissance, New York-London 1907, p. 227
- E. G. Gardner, The Painters of the School of Ferrara, London 1911, p. 237
- R. Longhi, Precisioni nelle gallerie italiane. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 198
- A. Venturi, Storia dell’Arte Italiana, IX, 4, Milano 1929, pp. 318, n.1
- B. Berenson, Italian Pictures of Renaissance. A list of the Principal Artist and their Works with an Index of Places, Oxford 1932, p. 219
- B. Berenson, Pitture italiane del Rinascimento: catalogo dei principali artisti e delle loro opere con un indice dei luoghi, Milano 1936, p. 236
- P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, n. 58
- P. Della Pergola, L’inventario Borghese del 1693. III, «Arte Antica e Moderna», 30, 1965, p. 209, n. 587
- B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Central Italian and North Italian Schools, I, London 1968, p. 157
- A. M. Fioravanti Baraldi, Benvenuto Tisi da Garofalo tra Rinascimento e Manierismo. Contributo alla catalogazione delle opere dell’artista dal 1512 al 1550, 1976-1977, pp. 48, 122-123
- A. M. Fioravanti Baraldi, Il Garofalo. Benvenuto Tisi pittore (c. 1476-1559), Rimini 1993, n. 95
- C. Stefani, in Galleria Borghese, a cura di P. Moreno e C. Stefani, Milano 2000, p. 258
- K. Herrmann Fiore, in Il museo senza confini. Dipinti ferraresi del Rinascimento nelle raccolte romane, a cura di J. Bentini e S. Guarino, Milano 2002, pp. 164-165, scheda 21
- K. Hermann Fiore, Roma scopre un tesoro. Dalla Pinacoteca ai depositi, un museo che non ha più segreti, Roma 2006, p. 79
- M. Danieli, scheda n. 32, in Garofalo. Pittore della Ferrara Estense, catalogo della mostra (Ferrara, Castello Estense, 5 aprile - 6 luglio 2008), a cura di T. Kustodieva, M. Lucco, Milano 2008, p. 162