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Tobiolo e l'angelo

Savoldo Giovanni Girolamo

(Brescia 1480 ca. - Venezia? Post 1548)

Il dipinto, tradizionalmente riferito a Tiziano, venne acquistato per la Galleria Borghese nel 1910, attribuito dall'allora direttore Giulio Cantalamessa al pittore bresciano Giovanni Girolamo Savoldo.

Raffigura Tobiolo e l’angelo, un soggetto ripreso dalla Bibbia (Tb 5, 4-8), qui tradotto con uno stile fortemente influenzato dalle contemporanee soluzioni tizianesche, tra cui l'uso di colori squillanti a fingere l'effetto di una fonte luminosa che dal fondo del dipinto investe l'angelo ponendo in penombra il volto del giovane. Tale espediente, utile all'artista per esprimere le sue straordinarie capacità pittoriche, restituisce ai panneggi una consistenza lucida e a tratti metallica, accentuandone i colori e le profonde pieghe.


Scheda tecnica

Inventario
547
Posizione
Datazione
prima metà del terzo decennio del XVI secolo
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tela
Misure
cm 120 x 160
Cornice

Cornice cinquecentesca (cm 129,5 x 159 x 6)

Provenienza

(?) Perugia, collezione Filippo Donnini, 1784 (qui ipotizzato); Perugia, presso Palazzo Alfani, fino al 1910 (Della Pergola 1955); Tivoli, collezione cavalier Riccardo Pompili, 1910-11 (D'Achiardi 1912). Acquisto dello Stato, 1911.

Mostre
  • 1930 Londra, Burlington House;
  • 1935 Parigi, Petit Palais;
  • 1939 Brescia, Palazzo della Pinacoteca Comunale Tosio-Martinengo;
  • 1955 Venezia, Palazzo Ducale;
  • 1980 Tokyo, The National Museum of Western Art;
  • 1983-84 Londra, Royal Academy of Arts;
  • 1986 Leningrado, Hermitage;
  • 1990 Brescia, Complesso Monumentale di S. Giulia;
  • 1990 Francoforte, Schirn Kunsthalle;
  • 1993 Parigi, Galeries Nationales du Grand Palais;
  • 2004 New York, The Metropolitan Museum of Art;
  • 2006 Washington, National Gallery of Art;
  • 2006-07 Vienna, Kunsthistorisches Museum;
  • 2009-10 Budsapest, Szépmuvésti Muzeum;
  • 2010 Illegio, Casa delle Esposizioni;
  • 2023 Roma, Scuderie del Quirinale.
Conservazione e Diagnostica
  • 1911 Tito Venturini Papari;
  • 1983 Soprintendenza;
  • 1990 Laura Pizzi (restauro della cornice);
  • 2006 Enea, Laura Ferretti (indagini diagnostiche).

Scheda

L'ingresso di questa tela nella raccolta pinciana risale al 1911 quando l'allora direttore Giulio Cantalamessa sborsò l'incredibile somma di lire 10.000, concludendo con un successo una difficile trattativa che permise allo Stato italiano di accaparrarsi "uno degli esemplari più importanti" (cfr. D'Achiardi 1912) della produzione del Savoldo.

Il dipinto, già di proprietà del cavalier Riccardo Pompili di Tivoli, proveniva secondo quest'ultimo da Palazzo Alfani di Perugia dove l'opera recava un'errata attribuzione a Tiziano (Della Pergola 1955). Tale pista, mai effettivamente indagata, sembra trovare credito nella Guida di Perugia di Baldassarre Orsini, il quale nel 1784 segnalava una tela con soggetto analogo di ambito tizianesco ("che viene da Tiziano") nella collezione di Filippo Donnini (cfr. Orsini 1784) da dove, dunque, con buona probabilità dovette passare in quella degli Alfani, in seguito all'unione nel 1835 delle due storiche casate (sull'unione tra Francesco Donnini e Maria Luisa Alfani cfr. Ranieri di Sorbello 1969).

Per quanto concerne l'autore, la critica non ha mai posto in dubbio l'attribuzione proposta da Giulio Cantalamessa (1914) che, oltre alla necessità dell'acquisto, sostenne fin da subito di riconoscere l'autografia al pittore bresciano. Al contrario, invece, sembra non abbia riscosso particolare successo l'ipotesi formulata dal Gilbert (1945; 1955; 1986) secondo cui la presente composizione apparteneva al gruppo dei quattro dipinti "di notte e fuochi, molto belli" ricordati da Giorgio Vasari presso la Zecca di Milano (Vasari 1568, 1984), il cui pendant a detta dello studioso sarebbe da individuare nel San Matteo e l'angelo del Metropolitan Museum di New York. Se in effetti da una parte quest'ultima opera registra le stesse dimensioni del Tobiolo e l'angelo in esame, dall'altra la differenza di scala delle figure rappresentate, la diversità dell'illuminazione nonché dei due diversi mercati di provenienza rendono tale pista difficilmente percorribile.

Interessante, invece, risulta la riflessione formulata da William Suida (1937) che per primo avvicina la figura dell'angelo annunciante a quella che compare nel Polittico Averoldi di Tiziano, un capolavoro eseguito nel 1522 per la chiesa dei Santi Nazaro e Celso a Brescia. L'individuazione di tale rapporto, infatti, coinciderebbe con l'inizio di quel 'convinto tizianismo' di cui parla il Begni Redona (1990) che intorno alla metà del terzo decennio del Cinquecento caratterizzò una fase particolarmente felice della produzione del Savoldo, traghettandolo da una iniziale adesione alla cultura giorgionesca a un mondo più decisamente tizianesco.

Una discussione che non trova unanime la critica riguarda invece la sua data di esecuzione, fissata da Longhi (1927) tra il 1527 e il 1533; dal Venturi (1928) prima del 1533; dal Suida (1935), seguito da Ballarin (1966), dopo il 1527; dal Capelli (1951) intorno al 1521; da Della Pergola (1955) al 1540, dal Boschetto (1963), Ballarin (2006) e Frangi (2018) post 1522 e dalla Bossaglia (1963) agli inizi degli anni Trenta. Non è poi mancato chi, come Gilbert, è ritornato sull'argomento diverse volte, datando dapprima il dipinto dopo il 1535 (Gilbert 1945) e anticipandolo dopo diversi anni di circa un lustro (Gilbert 1955; Id. 1986). Tra tutte la tesi più convincente sembra, a parere di chi scrive, quella che ne fissa l'esecuzione entro la prima metà del terzo decennio (Ballarin 2006; Frangi 2018) quando il pittore, senza rinunciare a una sua personale cifra stilistica, non può fare a meno di citare la pala Averoldi, come tradiscono la posa di Tobia che sembra fare il verso a quella dell'armigero ritratto in piedi nella tavola bresciana, e la resa del paesaggio, costruito per masse scure e ombrose che energicamente si stagliano contro un cielo carico di nuvole.

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • G. Vasari, Le Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architetti, Firenze 1568, a cura di R. Bettarini, P. Barocchi, V, Firenze 1984, p. 430;
  • B. Orsini, Guida al forestiere per l'augusta città di Perugia, Perugia 1784, p. 104;
  • P. D’Achiardi, Nuovi acquisti della R. Galleria Borghese, “Bollettino d’Arte”, VI, 1912, pp. 92-93;
  • L. Venturi, Giorgione e il Giorgionismo, Milano 1913, pp. 220-21;
  • G. Cantalamessa, Cronaca delle Belle Arti, in “Bollettino d’Arte”, VIII, 1914, p. 91;
  • M. Biancale, Giovanni Battista Moroni e i pittori bresciani, in “L’Arte”, XVII, 1914, p. 298;
  • D. von Hadeln, Notes on Savoldo, in “Art in America”, XIII, 1925, p. 78;
  • R. Longhi, La Notte del Rubens a Fermo, in “Vita Artistica”, II, 1927, pp. 72, 75;
  • A. Venturi, Storia dell'Arte Italiana, IX, 1928, pp. 771-73;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 225;
  • R. Longhi, Quesiti Caravaggeschi. I. Registro dei tempi – II. I Precedenti, in “Pinacotheca”, I, 1928-1929, pp. 291, 296;
  • Exhibition of Italian Art, 1200-1900, catalogo della mostra (Londra, Burlington House, 1930), London 1939, p. 221, cat. n. 396;
  • J. Wilde, Die Probleme um Domenico Mancini, in “Jahrbuch der Kunsthistorischen Sammlungen in Wien”, VII, 1933, pp. 129-30;
  • Exposition de l'art italien de Cimabue a Tiepolo, catalogo della mostra (Parigi, Petit Palais, 1935), Paris 1935, p. 188, cat. n. 416;
  • B. Berenson, Pitture Italiane del Rinascimento, Milano 1936, p. 139;
  • W. Suida, Giovanni Girolamo Savoldo, in “Pantheon”, XIX/XX, 1937, pp. 50, 52;
  • F. Lechi, G. Panazza, La Pittura Bresciana del Rinascimento, catalogo della mostra (Brescia, Palazzo della Pinacoteca Comunale Tosio-Martinengo, 1939), Bergamo 1939, p. 323, cat. n. 171;
  • G. Nicco Fasola, Lineamenti del Savoldo, in “L’Arte”, XLIII, pp. 61-67;
  • C. E. Gilbert, Milan and Savoldo, in "The art bullettin", XXVII, 1945, pp. 130-131;
  • A. De Rinaldis, Catalogo della Galleria Borghese, Roma 1948, p. 48;
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, Milano 1950, p. 18;
  • U. Capelli, Nota al Savoldo giovane, in “Emporium”, CXIV, 1951, pp. 17-18, 20, 22;
  • C. E. Gilbert, Per i Savoldo visti dal Vasari, in “Studi vasariani”, Firenze 1952, p. 151;
  • P. Della Pergola, Contributi per la Galleria Borghese, in “Bollettino d’Arte”, XXXIX, 1954, p. 32;
  • P. Zampetti, Giorgione e i Giorgioneschi, catalogo della mostra (Venezia, Palazzo Ducale, 1955), Venezia 1955, cat. n. 114;
  • C. E. Gilbert, The works of Gerolamo Savoldo, tesi di dottorato (New York University 1955), New York 1955, pp. 184-185;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, p. 128 n. 231;
  • G. Perocco, La mostra di Giorgione a Palazzo Ducale di Venezia, in “Emporium”, CXXII, 1955, pp. 3-23;
  • L. Ferrara, Galleria Borghese, Novara 1956, p. 96;
  • G. Fiocco, The Flemish Influence in the Art of Girolamo Savoldo, in “The Connoisseur”, DLVII, 1956, p. 166;
  • B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Venetian School, I, London 1957, p. 158;
  • T. Pignatti, Itinerario di Jacopo Bassano, in “Nuova antologia”, XCII, 1957, p. 57;
  • G. De Logu, Pittura veneziana dal XIV al XVIII secolo, Bergamo 1958, p. 265;
  • E. Hüttinger, La peinture vénetienne, Lausanne 1959, p. 27;
  • L. Coletti, Giunte a Girolamo Savoldo, in “Acropoli”, I, 1960, pp. 39-53;
  • L. Baldass, Zur Erforschung des “Giogionismo” bei den Generationsgenossen Tizians, in “Jahrbuch der Kunsthistorischen Sammlungen in Wien”, XXI, 1961, p. 88;
  • A. Boschetto, Giovan Gerolamo Savoldo, Milano 1963, s.p., tav. 35;
  • A. Martini, Il Rinascimento e il Manierismo, VI, Milano 1963, p. 69;
  • A. Ballarin, Girolamo Savoldo, Milano 1966, tav. VI-VII;
  • U. Ranieri di Sorbello, Perugia della bell'epoca, Perugia 1969, I, 44; II, 624, III; 202;
  • C. Pirovano, La Pittura in Lombardia, Milano 1973, p. 123;
  • G. De Logu, M. Abis, Venezianische Malerei, Budapest 1976, tav. 19;
  • C. E. Gilbert, in The Genius of Venice 1500-1600, catalogo della mostra (Londra, Royal Academy of Arts, 1983-84), a cura di J. Martineau, C. Hope, London 1983, p. 204 cat. n. 86;
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  • P. V. Begni Redona, in Giovanni Gerolamo Salvoldo tra Foppa, Giorgione e Caravaggio, catalogo della mostra (Brescia, Monastero di Santa Giulia, 1990; Francoforte, Schirn Kunsthalle, 1990), a cura di AA. VV, Milano 1990, pp. 160-161 (con ulteriore bibliografia);
  • S. Papetti, Il ruolo di Giulio Cantalamessa nell'incremento delle raccolte veneziane e romane: l'acquisto del 'Tobiolo e l'angelo' del Savoldo per la Galleria Borghese, in "Paragone.Arte", XLII, 1991, pp. 140-146;
  • F. Frangi, in Le Siècle de Titien. L'age d'or de la peinture à Venise, catalogo della mostra (Parigi, Galeries Nationales du Grand Palais, 1993), a cura di M. Laclotte, G. Nepi Scirè, pp. 449-450 n. 72;
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  • M. Lucco in Botticelli to Titian: two centuries of Italian masterpieces, catalogo della mostra (Budapest, Szépmüvészeti 2009-2010), a cura di D. Sallay, V. Tátrai, A. Vécsey, Budapest 2009, pp. 332-333, n. 94;
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  • F. Frangi, Savoldo, Giovanni Girolamo, in Dizionario Biografico degli Italiani, XCI, 2018, ad vocem.