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San Giovanni Battista

Maniera di Aachen Hans von

(Colonia 1552 - Praga 1615

Nella tela, giunta in collezione probabilmente dalla raccolta di Olimpia Aldobrandini, è raffigurato san Giovanni Battista, vestito di pelli, con la croce e il consueto cartiglio con la scritta: “ECCE ANGNIVS DEI”.


Scheda tecnica

Inventario
532
Posizione
Datazione
1577 ca.
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tela
Misure
cm 155 x 98
Provenienza

Roma, Collezione di Olimpia Adobrandini, Inventario1682; Collezione Borghese, inv. 1693, Stanza VII, n.35; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p.22. Acquisto dello stato 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1996 Elena Zivieri e Guido Piervincenzi

Scheda

Il dipinto è elencato nell’inventario di Olimpia Aldobrandini (1682) senza nessuna attribuzione (Della Pergola 1959). Risulta presente nella collezione Borghese già nell’inventario del 1693, in cui viene ritenuto di “Cecchin Salviato” e nel Fidecomisso del 1833, di “autore incognito”, come poi riporterà Piancastelli alla fine del secolo (1891). Poco dopo Venturi (1893) lo riporta alla maniera del Salviati, per essere poi avvicinato da Longhi a Daniele da Volterra (1928). Il riferimento a van Aachen spetta a Zeri che nella mostra napoletana del 1952, dedicata alla maniera dei pittori italiani a Fontainebleu l’avvicina all’ambiente di Bartolomeo Spranger sotto cui si formò l’artista di Aquisgrana. Lo studioso riferì il dipinto al periodo italiano del van Aachen (1574-87), circoscrivendo l’esecuzione del san Giovanni Battista intorno al 1577.

Paola della Pergola nel catalogo del 1959 cautamente avvicina il dipinto alla mano del pittore tedesco, sicuramente più raffinata di quella dell’ignoto artista che pure vi si ispira. Da notare la resa rigida della figura, che pure in linea con l’impostazione serpentinata della maniera italiana del periodo, sembra risentire di una certa approssimazione soprattutto nella rappresentazione della testa.  Nel volto in particolare si nota un evidente virtuosismo nella trattazione dei folti capelli, collegati alle lunghe basette terminanti con barba a doppia punta che, insieme allo sguardo intrigante, fanno del personaggio più una figura satirica che un santo. Come riferito nel Vangelo di Matteo (3, 1-12) il Battista indossava una rozza tunica di peli di cammello stretta da una cintura di pelle, secondo il tipico abbigliamento dei nomadi, qui arricchito però da un manto scarlatto che ravviva la composizione inserita in un paesaggio. Quest’ultimo tuttavia si allontana da quello desertico raccontato nelle fonti sacre, data la presenza del tronco frondoso alle spalle del santo, dove in lontananza si vedono alte montagne e un fiume, il Giordano, in cui poi battezzerà Gesù. Pur mostrando la croce e indicando il cartiglio con il celebre motto “ECCE ANGNVS DEI”, Giovanni è privo della scodella, suo consueto attributo riferito proprio al battesimo del Salvatore. In definitiva il dipinto può essere riferito solo alla maniera del van Aachen, pittore chiamato dal 1592 a far parte della raffinata corte di Rodolfo II a Praga.

Sofia Barchiesi




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese iscritti nelle note fidecommissarie, redatte nel 1888 da Giovanni Piancastelli, con note aggiunte nel 1891, 1888-1891, p.440.
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p.224.
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane I: La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p.225.
  • F. Zeri, Fontainebleau e la Maniera Italiana. Mostra d'Oltremare e del Lavoro Italiano nel Mondo, catalogo della mostra a cura di F. Bologna e R. Causa, Firenze 1952, p. 49, fig.81.
  • P. Della Pergola La Galleria Borghese. I Dipinti, vol. II, Roma 1959, p. 143 n. 195.
  • La Galleria Borghese, a cura di A. Coliva, CD-rom, Roma 1995, inv. 532.
  • K. Hermann Fiore, Roma scopre un tesoro, dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, Sesto Ulteriano (MI) 2006, p.171.