Ritratto di giovane donna come Santa Caterina d’Alessandria
(n. 1486 ca. - attivo Firenze e Siena prima metà sec. XVI)
Il ritratto, già avvicinato alla scuola raffaellesca, è stato attribuito dalla critica al pittore Andrea Piccinelli detto il Brescianino. Coerentemente alla sua produzione ritrattistica, questo dipinto si caratterizza per una forte idealizzazione dei tratti fisiognomici, mostrando al contempo una scarsa capacità di penetrazione psicologica tipica del pittore.
La presenza, accanto alla spalla della giovane di una ruota dentata, attributo tipico di santa Caterina d'Alessandra, allude con buona probabilità al nome dell'effigiata.
Scheda tecnica
Inventario
Posizione
Datazione
terzo decennio del XVI secolo
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
Misure
Cornice
Cornice seicentesca con kymation, fregio d’acanto e palmette (cm 59 x 48 x 5,2)
Provenienza
Roma, collezione Borghese, 1833 (Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 24). Acquisto dello Stato, 1902.
Conservazione e Diagnostica
- 1905 - Luigi Bartolucci (disinfestazione);
- 1909 - 10 Luigi Bartolucci, otturazione di alcuni buchi di tarli e ripresa del colore;
- 1958 - Alvaro Esposti, pulitura di tutto il dipinto, leggera verniciatura;
- 2002/03 - Andrea Parri (restauro completo della cornice).
Scheda
La provenienza di questo dipinto è tuttora ignota. L'opera, infatti, è attestata per la prima volta in casa Borghese a partire dal 1833, descritta dall'autore degli elenchi fedecommissari come opera di scuola raffaellesca. Avvicinato da Adolfo Venturi (1893) all'ambito toscano, in particolare a Santi di Tito, fu Bernard Berenson ad assegnarlo per primo al catalogo di Andrea del Bresciano (1909), nome accolto da tutta la critica (Frizzoni 1912; Longhi 1928; De Rinaldis 1948) e da ultimi da Michele Maccherini (1988) e Kristina Herrmann Fiore (2006). Secondo Paola della Pergola (Ead. 1959), che non esita a pubblicarla come opera autografa del pittore bresciano, l'artista avrebbe usato la stessa modella della Venere con due amorini (inv. 324).
Questa tavola, che tradisce una certa conoscenza delle opere di Domenico Beccafumi e Andrea del Sarto, risulta molto vicina al Ritratto di donna della collezione Cagnola datato da Daniela Parenti intorno al terzo decennio del XVI secolo (Parenti 1998). In attesa di una prima sistemazione cronologica dei ritratti del Brescianino, l'ipotesi di datazione suggerita per il dipinto Cagnola è qui estesa al Ritratto Borghese.
Antonio Iommelli
Bibliografia
- G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 304;
- A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 78;
- B. Berenson, Florentine Painters, New York 1909, p. 156;
- G. Frizzoni, Three Little-Noticed Paintings in Rome, in “The Burlington Magazine”, XX, 1912, p. 264;
- R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 185;
- B. Berenson, Pitture Italiane del Rinascimento, Milano 1936, p. 98;
- A. De Rinaldis, Catalogo della Galleria Borghese, Roma 1948, p. 52;
- P. della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, Roma 1951, p. 29;
- P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, p.18, n. 16
- M. Maccherini, Andrea del Brescianino, in Da Sodoma a Marco Pino: pittori a Siena nella prima metà del Cinquecento, a cura di F. Sricchia Santoro, Firenze 1988; p. 76;
- M. Maccherini, Andrea del Brescianino (attivo a Siena dal 1506 al 1524); a Firenze nel 1525, in Domenico Beccafumi e il suo tempo, catalogo della mostra (Siena, Palazzo Bindi Sergardi, 1900), Milano 1990, p. 294;
- D. Pesenti, in La collezione Cagnola, I, I dipinti dal XIII al XIX secolo, a cura di M. Boskovis, G. Fossaluzza, Busto Arsizio 1998, p. 98
- P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 238;
- K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 34.