Segnalato in Galleria a partire dal 1833, questo ritratto è stato variamente riferito a Bernardino Licinio, alla scuola dei Bellini e al Pordenone. In aggiunta a questi nomi è stata inoltre avanzata un'attribuzione a Bartolomeo Veneto, pittore di cui si ricordano altri ritratti con la medesima impostazione di ascendenza belliniana e con la stessa attenzione ai particolari dell'abbigliamento. Tuttavia la resa fisionomica del personaggio induce a sfumare tale riferimento, risultando di fatto più vicina ai modi di Francesco Zaganelli, un artista di origini romagnole cui la tavola è stata restituita.
Polittico ottocentesco dorato (cm 37 x 99 x 5,4)
(?) Roma, collezione Aldobrandini, 1603 (Inventario Aldobrandini 1603, n. 208, p. 205; K. Herrmann Fiore, in Il Museo 2002); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 20. Acquisto dello Stato 1902.
Secondo quanto ipotizzato da Kristina Herrmann Fiore (2002, in Il Museo), questo dipinto proverrebbe da casa Aldobrandini, identificato dalla studiosa con un'opera così elencata in un inventario del 1603: "Un altro ritratto d'un Duca di Ferrara di buona mano" (Inv. Aldobrandini 1603). Tuttavia, la genericità di questa descrizione, così come l'assenza di ulteriori informazioni, induce ad adottare tale ipotesi con molta cautela, al pari di quella avanzata nel 1955 da Paola della Pergola che parimenti volle riconoscere la tavoletta con un generico "retratto del Pordenone" registrato negli elenchi fidecommissari (Della Pergola 1955).
Problematica, inoltre, risulta essere anche la sua autografia. Variamente avvicinato a Bernardino Licinio (Piancastelli 1891), alla scuola dei Bellini (Venturi 1893), a Bartolomeo Veneto (Longhi 1928) e all'ignoto autore del Ritratto d'uomo del Museo Johnson di Filadelfia e della Testa femminile dell'Accademia di S. Luca a Roma (F. Zeri in Della Pergola 1955), il dipinto è stato solo di recente restituito a Francesco Zaganelli (K. Herrmann Fiore, in Il Museo 2002), un artista originario di Cotignola, molto apprezzato in Romagna fra Quattro e Cinquecento (Zama 1994; G. Daniele in Dizionario Biografico degli Italiani, ad vocem). Tale proposta prende forma in seguito a un confronto della presente tavola con un Ritratto d'uomo di collezione privata (Edimburgo, National Gallery of Scotland), da alcuni giudicato un'opera a quattro mani di Bernardino e Francesco Zaganelli (Benati 1985), da altri un autografo del solo Francesco (Zama 1994). In verità tale pista era stata già frequentata nel 1983 da Shearman che però avevo chiuso la questione licenziando la composizione romana come copia della versione scozzese, parere ripreso nel 2002 da Kristina Herrmann Fiore che però ha ribaltato il giudizio pronunciato dal collega esprimendosi in favore di una sua piena autografia. Secondo la studiosa, infatti, diversi dettagli, come la descrizione accurata del broccato e delle pieghe del mantello, risulterebbero delle spie nel considerare il dipinto Borghese un'opera autentica.
In attesa di ulteriori ricerche, si ritiene qui di mantenere tale attribuzione.
Antonio Iommelli