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Sacra Famiglia con i santi Giovannino e Antonio da Padova

Seguace di Tisi Benvenuto detto Garofalo

(Garofalo o Ferrara 1476 - Ferrara 1559)

Non è certa l'identificazione del dipinto nell'inventario del 1693. Si tratta evidentemente di un'opera di scuola, che per le sue dimensioni può essere stato richiesto per la destinazione privata. La presenza di sant’Antonio da Padova, inconsueta per una Sacra Famiglia con san Giovannino, può forse ricondurre a un committente a lui molto devoto.


Scheda tecnica

Inventario
208
Posizione
Datazione
1540 circa
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tavola
Misure
cm 50 x 30,5
Provenienza

Collezione Borghese, Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 21. Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1903-1905, Luigi Bartolucci (disinfestazione)
  • 2008, Paola Mastropasqua con Andrea Parri
  • 2019, Fabiola Jatta (pellicola pittorica, cornice)
  • 2020, Measure3D di Danilo Salzano (scansioni laser 3D)
  • 2020, Erredicci (indagini diagnostiche)
  • 2020, IFAC-CNR (indagini diagnostiche)

Scheda

L’unica attestazione inventariale sicuramente riconducibile a questa piccola tavola è presente nel Fidecommesso del 1833, dove è citata una «Madonna con bambino ed altri santi, di Benvenuto Garofalo, largo palmi 1, oncie 7, alto palmi 2, oncie 7, in tavola, col sesto tondo della parte superiore».

Il dipinto presenta la Vergine Maria mentre allatta il piccolo Gesù, non proprio neonato, seduto sopra un cuscino con delle nappe dorate; alla sua sinistra, cinto da un suo braccio che lo incoraggia ad avvicinarsi, forse incuriosito dall’allattamento, il piccolo Giovanni Battista controllato, dall’alto, dall’anziano Giuseppe seduto su di un plinto marmoreo. Questo stesso elemento architettonico si ritrova nella medesima posizione, in modo speculare, dalla parte opposta della composizione, vicino al quale si trova appoggiato Sant’Antonio da Padova, riconoscibile dal giglio bianco e dal libro.

I personaggi si trovano immersi in un paesaggio boschivo dove, in lontananza, è visibile un abitato rurale.

L’opera non è sicuramente ascrivibile a Garofalo e la critica è da sempre stata pienamente concorde nell’attribuirla ad un suo seguace.

Lara Scanu




Bibliografia
  • E. Platner, Bes Chreibung der Stadt Rom, III.3. Das Marsfeld, die Tiberinsel, Trastevere und der Janiculus, III, Stuttgart 1842, p. 277
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 125
  • E. G. Gardner, The Painters of the School of Ferrara, London 1911, p. 174
  • R. Longhi, Precisioni nelle gallerie italiane. Galleria Borghese, Roma 1928 (ed. 1967), p. 343, n. 208
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, n. 62
  • P. Della Pergola, L’Inventario Borghese del 1693, «Arte Antica e Moderna», 26, 1964, p. 221
  • B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Central Italian and North Italian Schools, I, London 1968, p. 157
  • K. Herrmann Fiore, in Il museo senza confini. Dipinti ferraresi del Rinascimento nelle raccolte romane, a cura di J. Bentini e S. Guarino, Milano 2002, p. 176, scheda 27