Galleria Borghese logo
Risultati della ricerca
X
Nessun risultato :(

Consigli per la tua ricerca:

  • I risultati del motore di ricerca si aggiornano istantaneamente non appena si modifica la chiave di ricerca.
  • Se hai inserito più di una parola, prova a semplificare la ricerca scrivendone solo una, in seguito si potranno aggiungere altre parole per filtrare i risultati.
  • Ometti parole con meno di 3 caratteri, ad esempio "il", "di", "la", perché non saranno incluse nella ricerca.
  • Non è necessario inserire accenti o maiuscole.
  • La ricerca di parole, anche se scritte parzialmente, includerà anche le diverse varianti esistenti in banca dati.
  • Se la tua ricerca non produce risultati, prova a scrivere solo i primi caratteri di una parola per vedere se esiste in banca dati.

Sacra Famiglia con san Giovannino e sant’Elisabetta

Attribuito a Bonaccorsi Pietro detto Perin del Vaga

(Firenze 1501 - Roma 1547)

Attribuito a Bonaccorsi Pietro detto Perin del Vaga, seguace fiammingo


Il dipinto, di provenienza sconosciuta, è citato negli inventari Borghese a partire dal 1693 con l’attribuzione a Perin del Vaga (Pietro Bonaccorsi). L’opera è certamente riferibile ad un ambito post-raffaellesco e presenta elementi pittorici riconducibili alla corrente manierista di metà Cinquecento tra Roma, Firenze e Bologna. L’autografia di Perin del Vaga, seppur il riferimento all’artista resti tuttora valido, non convince del tutto la critica, che ha anche proposto di identificare l’autore in un seguace fiammingo attivo nell’Italia centrale.


Scheda tecnica

Inventario
412
Posizione
Datazione
metà del XVI secolo
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tela
Misure
cm 139 x 112
Cornice

Salvator Rosa; cm 149,1 x 127,5 x 8 

Provenienza

Collezione Borghese, citato in Inventario 1693, Stanza I, n. 10; Inventario 1790, Stanza V, n. 8; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 10. Acquisto dello Stato, 1902.

Mostre
  • 1984 Roma, Palazzo Venezia
Conservazione e Diagnostica
  • 1953 Alvaro Esposti
  • 2006 Paola Mastropasqua

Scheda

Il dipinto in tela rappresenta la Sacra Famiglia con San Giovannino e Sant’Elisabetta. La scena è quasi interamente occupata dalla figura di Maria che tiene in braccio il Bambino, la cui posizione scomposta ben suggerisce l’atto appena compiuto, quello di afferrare un pomo dal piatto di frutta offertogli da San Giovannino. Quest'ultimo, rappresentato nell’angolo in basso a destra della composizione, è visibile solo per metà. A sinistra appare Sant’Elisabetta, talvolta interpretata come Sant’Anna, in posizione leggermente arretrata, mentre alle sue spalle, in lontananza, è raffigurato San Giuseppe con il suo asino. La luce proveniente dalla parte opposta della composizione investe completamente la Madonna e il Bambino, lasciando più in ombra gli altri personaggi ed evidenziando il ruolo dei due protagonisti. L’effetto luministico, oltre ad una valenza simbolica, ne esalta i delicati incarnati e crea uno splendido effetto di cangiantismo sulla manica della veste della Vergine (Stefani 2000, p. 230). Interessanti sono anche la resa dello scollo dell’abito, a cui Gesù si è aggrappato forse per non perdere l’equilibrio, gestualità che riprende un motivo di derivazione raffaellesca, e le trasparenze del velo di Maria, della veste di San Giovannino e del panno che ricopre Gesù all’altezza dei fianchi.  

L’opera, di provenienza sconosciuta, è presente in collezione Borghese almeno a partire dalla fine del Seicento, come dimostra la sua citazione nell’inventario del ‘93: “Sotto detto un quadro dell’istessa grandezza con la Madonna, Bambino e S. Anna con un Putto, che porta delli frutti al Bambino del N. 116 con cornice dorata di Pierin del Vago”. L’attribuzione a Perin del Vaga (Pietro Bonaccorsi) permane anche nel successivo elenco redatto nel 1790 (“Una Madonna col Bambino, Perin del Vaga”), e in quello fidecommissario del 1833 (“Sagra Famiglia, del Pierin del Vaga, larga palmi 5; alto palmi 6, oncie 2).

Il riferimento all’artista fiorentino viene messo in discussione da Adolfo Venturi (1893, p. 197), il quale riconduce il dipinto a Domenico Fetti, assegnazione non ritenuta convincente da Roberto Longhi (1928, p. 217) e successivamente da Paola Della Pergola (1959, pp. 108-109). Entrambi gli studiosi riportano l’opera sotto la sfera di Perin Del Vaga e in particolare Della Pergola si sofferma sull’impostazione della scena, sulla grandiosità del personaggio di Maria e sulle figure dei due infanti come elementi significativi per tale assegnazione.  

Il dipinto appartiene senza dubbio ad una sfera post-raffaellesca e riunisce elementi pittorici di stampo manieristico osservabili in ambiente romano, fiorentino e bolognese. Non è escluso, come suggerito da alcuni aspetti coloristici e materici, che l’autore possa identificarsi con un artista fiammingo attivo nell’Italia centrale intorno alla metà del Cinquecento. L’ipotesi, suggerita da Della Pergola (cit.), è accolta in tempi più recenti da Kristina Herrmann Fiore (2006, p. 135), la quale cataloga l’opera sotto un seguace fiammingo di Perin del Vaga. 

Pier Ludovico Puddu 




Bibliografia
  • M. Vasi, Itinéraire Instructif de Rome ou Description générale des monuments antiques et modernes, 2a ed., Roma 1792, p. 392;
  • E. C. Platner, Beschreibung der Stadt Rom, III, Stuttgart 1842, p. 283;
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 325;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 197;
  • G. Cantalamessa, Note manoscritte al Catalogo di A. Venturi del 1893, in Archivio Galleria Borghese, 1912, n. 412;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 217;
  • U. Da Como, Girolamo Muziano, Bergamo 1930, p. 134;
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese in Roma (“Itinerari dei Musei e Monumenti d’Italia”), 5a ed., Roma 1957, p. 37;
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, pp. 108-109, n. 158;
  • P. Della Pergola, L’Inventario Borghese el 1693 (I), in “Arte Antica e Moderna”, 1964, p. 220, n. 10;
  • C. Stefani in P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese 2000, p. 220, n. 3;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 135.