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Santi Cosma e Damiano

Luteri Giovanni detto Dosso Dossi

(Tramuschio? 1487 ca - Ferrara 1542)

La grande tela, commissionata al pittore per l'Ospedale di S. Anna di Ferrara, fu rimossa il 15 dicembre 1607 per essere inviata come dono del vescovo di Ferrara al cardinale Scipione Borghese, grande estimatore della pittura del Dossi. Il soggetto del dipinto, pur essendo legato a una destinazione ospedaliera non manca di originalità iconografica: i due santi medici Cosma e Damiano sono abili odontoiatri, e se non fosse per le aureole sul loro capo e per il formato della tela, sembrerebbe di trovarsi di fronte a una operazione chirurgica.  Si tratta della scena dell’estrazione di un dente, tramite il cosiddetto ‘pellicano’, strumento con la punta arrotondata che lo fa assomigliare, al becco del volatile.  Nel saldo impianto plastico delle figure, è percepibile il riferimento stilistico alla pittura romana di Sebastiano del Piombo.


Scheda tecnica

Inventario
022
Posizione
Datazione
1520-1522 circa
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tela
Misure
cm 225 x 157
Provenienza

Ferrara, Cappella dell’Arcispedale di Sant’Anna, fino al 1607 (la storia dell’arrivo del dipinto a Roma attraverso Enzo Bentivoglio nel maggio del 1608 si veda: Marcon, Maddalo, Marcolini 1983, pp. 95, 102, doc. 46); Roma, Collezione del Cardinale Scipione Borghese, pagamento al doratore Annibale Durante, 1612 (Della Pergola 1955, p. 153 n. 12); Manilli 1650, p. 68; Inventario 1693, Stanza III, n. 160; Inventario 1765, n. 76; Inventario 1790, Stanza III, n. 50; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 34, n. 48. Acquisto dello Stato, 1902.

Mostre
  • 1933, Ferrara, Palazzo dei Diamanti
  • 1998-1999, Ferrara, Palazzo dei Diamanti – New York, Metropolitan - Los Angeles, P. Getty Museum
  • 2008-2009, Bologna, Pinacoteca Nazionale
Conservazione e Diagnostica
  • 1995, Emmebici (indagini diagnostiche)
  • 1997-1998, Donatella Zari e Carlo Giantomassi
  • 2021 Ifac (Istituto di Fisica Applicata)/CNR di Firenze (indagini diagnostiche)
  • 2022 Measure3D di Danilo Salzano (laser scan 3D)

Scheda

Ancor prima dei documenti inventariali della collezione Borghese, il grande dipinto con I santi Cosma e Damiano è documentato tra gli interessi artistici che il cardinale Scipione aveva sul territorio ferrarese, così come testimoniano le lettere pubblicate tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta del secolo scorso, scritte il 5 dicembre 1607 dal giudice dei Savi di Ferrara Battista Muzzarelli a Enzo Bentivoglio, dal vescovo di Ferrara al cardinale Borghese e del 22 maggio 1608, redatta da monsignor Nappi da Roma che annuncia l’arrivo del dipinto in casa del cardinal nipote (Della Pergola 1955; Maddalo-Marcolini-Marcon 1983).

La grande tela proveniente dall’Arcispedale di Sant’Anna di Ferrara, sebbene non si conosca l’esatto posizionamento dell’opera di cui tuttavia danno testimonianza le fonti dei secoli successivi (Guarini 1621; Brisichella 1730-1735, ed. 1991; Scalabrini 1755), raffigura i santi gemelli Cosma e Damiano durante l’esercizio della loro attività di medici, mentre prestano le cure ad un uomo del popolo, vestito solamente di semplici calzoni e di scarpe da lavoro. Su un gradino, in primo piano, una ceramica da farmacia per unguenti, riporta l’enigmatica scritta “ONTO DA”, probabilmente di rimando al contenuto grasso all’interno del vaso. Sono presenti altri due strumenti sanitari a confermare l’identificazione dei personaggi: una spatola, tenuta in mano dal santo seduto in primo piano a sinistra che tiene sospesa all’altezza della bocca del malato, probabilmente con la funzione di un moderno abbassalingua, mentre l’altro santo in secondo piano tiene sospeso con la mano sinistra un bicchiere contenente urina e calcoli renali. Quest’ultimo elemento rimanderebbe secondo Kristina Herrmann Fiore (2002) alla figura del famoso professore di medicina dell’ateneo ferrarese Giovanni Manardi, il quale era solito ripetere agli allievi che il buon medico «dovrebbe osservare piuttosto l’urina del malato che interrogare gli astri»: in tal modo, Dosso avrebbe conferito una lettura maggiormente scientifica della figura dei due santi patroni dei medici, all’epoca spesso ancora legati alle pratiche magiche e superstiziose. All’estrema destra, in penombra, una donna posta di schiena dallo sguardo enigmatico e fiero, avvolta in un’ampia veste verde bordata d’oro e da una camicia bianca impreziosita con nastri dorati simili a quelli della capigliatura, potrebbe essere identificata con una nobildonna benefattrice dell’ente sanitario o con la committente.

La datazione del dipinto è, come spesso avviene nel caso della scuola ferrarese, assai controversa: per alcuni sarebbe frutto della tarda attività di Dosso, data la definizione delle figure morbide e gonfie (Gibbons 1968; Humfrey 1998 p. 146; Coliva 1998 p. 67), mentre altri si sono espressi circa una collocazione cronologica nel corso degli anni Venti, intorno all’inizio del decennio in collaborazione con il fratello Battista (Ballarin 1993) o nell’ultima parte dello stesso decennio (Mezzetti 1965). Qualora fosse effettivamente possibile il collegamento con la figura del medico Manardi, rientrato a Ferrara nel 1519, sarebbe corretto abbracciare quanto proposto da Ballarin a proposito anche della partecipazione nella realizzazione dell’opera del fratello Battista, tornato a Ferrara da Roma proprio nel 1520. Questa ipotesi è rafforzata dal forte impatto michelangiolesco nella monumentalità delle figure che si stagliano luminosamente e vivacemente sullo sfondo con arditi chiaroscuri, così come ravvisabile nelle figure coeve dei Sapienti oggi presso la Pinacoteca Nazionale di Ferrara (invv. FE 103, FE 104) e dell’Allegoria della musica della collezione Horne di Firenze (inv. 80).

Lara Scanu




Bibliografia
  • M. A. Guarini, Compendio historico dell’origine, accrescimeto, e prerogative delle Chiese, e Luoghi Pij della Città e Diocesi di Ferrara, Ferrara 1621, p. 212
  • I. Manilli, Villa Borghese fuori di Porta Pinciana, Roma 1650, p. 68
  • D. Montelatici, Villa Borghese fuori di Porta Pinciana con l’ornamenti che si osservano nel di lei Palazzo, Roma 1700, p. 257
  • C. Brisighella, Descrizione delle pitture e sculture della città di Ferrara, 1700-1735 circa, a cura di M. A. Novelli, Ferrara 1991, p. 239 n. 15
  • G.A. Scalabrini, Guida per la Città e i Borghi di Ferrara in cinque giornate, Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea, ms Classe I 58, 1755, p. 106
  • G. Morelli, Kunstkritische Studien über italienische Malerei. Die Galerien zu München und Dresden, Leipzig 1890 (ed. 1892), pp. 215-216
  • A. Venturi, Le Gallerie di Roma, «Nuova Antologia di Scienze, Lettere ed Arti», CXVIII, 34, 1891, p. 428
  • A. Venturi, II Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 38
  • R. H. Benson, Introduction, in Exhibition of Pictures, Drawings and Photographs of Works of the School of Ferrara-Bologna, 1440-1550, also of Members of the Houses of Este and Bentivoglio, catalogo della mostra a cura di R. H. Benson, London 1894, p. 51
  • G. Gruyer, L’art Ferrarais a l’époque des Princes d’Este, II, Parigi 1897, pp. 271, 286
  • G. Morelli, Della Pittura Italiana. Studi Storici Critici: Le Gallerie Borghese e Doria Pamphili in Roma, Milano 1897, p. 215
  • B. Berenson, The North Italian Painters of the Renaissance, New York-London 1907, p. 210
  • E. G. Gardner, The Painters of the School of Ferrara, London 1911, pp. 159, 232
  • W. C. Zwanzinger, Dosso Dossi mit besonderer berucksichtigung seines Künst lerischen verältnisses zu seinem bruder Battista, Leipzig 1911, pp. 114, 119
  • H. Mendelsohn, Das Werk der Dossi, München 1914, pp. 119-120
  • R. Longhi, Precisioni nelle gallerie italiane. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 177
  • A. Venturi, Storia dell’Arte Italiana. La pittura del Cinquecento, IX, 3, Milano 1928, p. 977
  • B. Berenson, Italian Pictures of Renaissance. A list of the Principal Artist and their Works with an Index of Places, Oxford 1932, p. 175
  • B. Berenson, Pitture italiane del Rinascimento: catalogo dei principali artisti e delle loro opere con un indice dei luoghi, Milano 1936, p. 151
  • A. De Rinaldis, Catalogo della Galleria Borghese, Roma 1948, p. 29
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, n. 38
  • P. Della Pergola, L’inventario Borghese del 1693, «Arte Antica e Moderna», 26, 1964, n. 38
  • A. Mezzetti, Il Dosso e Battista ferraresi, Ferrara 1965, pp. 29-30, 110, n. 154
  • B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Central Italian and North Italian Schools, I, London 1968, p. 113
  • F. Gibbons, Dosso and Battista Dossi Court Painters at Ferrara, Princeton 1968, pp. 137-138, 196-197, n. 56
  • A. Mezzetti, E. Mattaliano, Indice ragionato delle "Vite de’ pittori e scultori ferraresi" di Gerolamo Baruffaldi: artisti, opere, luoghi, I, Bergamo 1980-1983, p. 24
  • S. Maddalo, G. Marcolini, G. Marcon, Per una storia dell’esodo del patrimonio artistico ferrarese, in Frescobaldi e il suo tempo, catalogo della mostra (Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 13 settembre - 31 ottobre 1983) a cura di J. Bentini, L. Spezzaferro, Venezia 1983, pp. 95, 102, doc. 46
  • A. Ballarin, in Le siecle de Titien: l’âge d’or de la peinture a Venise, catalogo della mostra (Parigi, Grand Palais 9 marzo - 14 giugno 1993) a cura di G. Fage, Parigi 1993, p. 412
  • A. Ballarin, Giovanni de Lutero dit Dosso Dossi, in Le siecle de Titien: l’âge d’or de la peinture a Venise, catalogo della mostra (Parigi, Grand Palais 9 marzo - 14 giugno 1993) a cura di G. Fage, Parigi 1993, pp. 464-465
  • A. Coliva, Galleria Borghese, Roma 1994, p. 123
  • A. Ballarin, Dosso Dossi. La pittura a Ferrara negli anni del Ducato di Alfonso I, Cittadella (PD) 1994-1995, pp. 46, 81-82
  • V. Romani, in A. Ballarin, Dosso Dossi. La pittura a Ferrara negli anni del Ducato di Alfonso I, Cittadella (PD) 1994-1995, scheda 416, pp. 329-330
  • L. Ciammitti, Dosso as a Storyteller: Reflections on his Mythological Paintings, in Dosso’s Fate: Painting and Court Culture in Renaissance Italy, a cura di L. Ciammitti, S. F. Ostrow, S. Settis, Los Angeles 1998, pp. 83-111
  • A. Coliva Le opere di Dosso Dossi nella Collezione Borghese: precisazioni documentarie, iconografiche, e tecniche, in Dosso Dossi. Pittore di corte a Ferrara nel Rinascimento, catalogo della mostra (Ferrara, Civiche Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, 26 settembre – 14 dicembre 1998; New York, The Metropolitan Museum of Art, 14 gennaio – 28 marzo 1999; Los Angeles, The J. Paul Getty Museum 27 aprile – 11 luglio 1999) a cura di P. Humphrey e M. Lucco, Ferrara 1998, pp. 77-78
  • B. Fredericksen, Collecting Dosso: the Trail of Dosso’s Paintings from the late Sixteenth Century onward, in Dosso’s Fate: Painting and Court Culture in Renaissance Italy, a cura di L. Ciammitti, S. F. Ostrow, S. Settis, Los Angeles 1998, p. 376
  • K. Herrmann Fiore, Guida alla Galleria Borghese, Roma 1998, pp. 97-98
  • P. Humfrey, in Dosso Dossi. Pittore di corte a Ferrara nel Rinascimento, catalogo della mostra (Ferrara, Civiche Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, 26 settembre – 14 dicembre 1998; New York, The Metropolitan Museum of Art, 14 gennaio – 28 marzo 1999; Los Angeles, The J. Paul Getty Museum 27 aprile – 11 luglio 1999) a cura di P. Humphrey e M. Lucco, Ferrara 1998, pp. 144-146, scheda 23
  • C. Stefani, in Galleria Borghese, a cura di P. Moreno e C. Stefani, Milano 2000, p. 235
  • K. Herrmann Fiore, in Il museo senza confini. Dipinti ferraresi del Rinascimento nelle raccolte romane, a cura di J. Bentini e S. Guarino, Milano 2002, pp. 140-142, scheda 11
  • Scheda n. 55, in Amico Aspertini 1474-1552. Artista bizzarro nell’età di Dürer e Raffaello, catalogo della mostra, (Bologna, Pinacoteca Nazionale, 27 settembre2008-11 gennaio 2009) a cura di A. Emiliani, D. Scaglietti Kelescian, Cinisello Balsamo 2008, pp. 198-199