Questo disegno a penna su pergamena figura negli inventari della collezione Borghese almeno a partire dal 1693 ma potrebbe essere entrato a far parte nella raccolta al tempo del cardinale Scipione Borghese. L’attribuzione ad Antonio Tempesta, fornita per la prima volta dall’inventario del 1790, è generalmente accolta dalla critica, anche se non sono mancati tentativi di assegnare l’opera alla mano di altri artisti, in particolare al grande disegnatore e incisore Stefano Della Bella.
Collezione Borghese, citato in: Inventario, 1693, Stanza XI, nn. 38-39; Inventario, 1790, Stanza VII, n. 66; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 26, n. 9. Acquisto dello Stato, 1902.
Sullo sfondo di un paesaggio collinare abitato, inquadrata da un albero frondoso sulla sinistra, in primo piano si svolge una delle tipiche scene dipinte e incise dall’autore, ovvero una caccia al cervo. L’animale tenta di scappare ma viene bloccato da un cacciatore con la lancia posizionato sulla sinistra, mentre dalla parte opposta è inseguito da un cavaliere accompagnato da tre cani e un attendente. Stilisticamente l’opera appare coerente con i modi di Antonio Tempesta e con una datazione intorno al 1615.
Il disegno, eseguito a penna su pergamena, compare, privo di attribuzione, nell’inventario Borghese del 1693: “due altri quadrucci bislonghi alti mezzo palmo incirca con christalli davanti, uno in carta, fatto con la penna, Caccia, l’altro in pietra con paesini con cornici negre. N.267, Incerti”. Nell’inventario del 1790 è indicato l’autore: “Una caccia, Antonio Tempesta, sopra pergamena”. Il nome del Tempesta permane nelle schede del Piancastelli (1891) ed è accolto anche da Adolfo Venturi (1893) e poi da Roberto Longhi (1928). Paola Della Pergola (1959) ipotizza, attraverso i mandati di pagamento in favore degli artisti che lavoravano per i Borghese tra il 1615 e il 1616, che l’opera sia entrata nella raccolta del cardinale Scipione insieme alle opere più importanti dello stesso Tempesta, in questo caso forse per dono diretto dell’artista. È da segnalare che Maria Catelli Isola (1976), in base al confronto con il Convito all’aperto di Stefano Della Bella, per vicinanza stilistica, impostazione della composizione e tecnica, ritiene che il disegno Borghese possa essere attribuito a quest’ultimo.
Pier Ludovico Puddu