Il frammento di lastra è pertinente a un sarcofago di cui si conservano altre porzioni (Portico, CCXXXXI – speculare a questo – e Salone, LI). La scena raffigura due Eroti dai corpi infantili e paffuti intenti a reggere una ghirlanda di grappoli d’uva, melograni, mele, pigne, corimbi, bacche e frutti meno caratterizzati. Nella lunetta della ghirlanda compare un terzo Erote che cavalca una pantera marina, diretta a destra. Gli Eroti, spesso raffigurati nella forma di fanciulli alati, sono un motivo costante dell’arte ellenistica, ma appaiono spesso anche nell’arte romana in forma appunto di Erotes, Cupido o di Amorini, come in questo caso.
Il tipo appartiene a una serie dei sarcofagi decorati con ghirlande prodotti fra I e IV sec. d.C., che godette di particolare apprezzamento in età adrianea e antonina; il corteggio marino – allusione alla condizione idillica ultraterrena – impiegato per ornare la lunetta è fra i temi più diffusi nella scultura funeraria romana.
Collezione Borghese (ante 1671)?; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., p. 53, n. 179. Acquisto dello Stato, 1902.
Il frammento di lastra, inserita in una cornice moderna, comprende due Eroti dai corpi infantili e paffuti e volti morbidi incorniciati da riccioli ondulati intenti a reggere una ghirlanda di foglie, frutti, bacche e nastri, entro la quale compare un terzo Erote che cavalca una pantera marina verso destra. La scena raffigurata è speculare a quella della lastra Portico, CCXXXXI (alla cui scheda si rimanda per l’esame critico del monumento) ed entrambe sono pertinenti a un sarcofago di cui si conserva una terza porzione (Salone, LI).
È probabile che il frammento in esame sia fra quelli trasferiti nel 1671 insieme a statue e bassorilievi da Villa Pinciana a Palazzo Borghese in Campo Marzio al fine di decorare il giardino e, successivamente, ricollocato presso la Villa Pinciana, prima che nel 1828 Giuseppe Gozzani, Ministro di Casa Borghese incaricato dell’allestimento della nuova collezione di famiglia, ne affidasse il restauro ad Antonio D’Este.
Il tipo appartiene a una lunga serie dei sarcofagi decorati con ghirlande, che si distinguono per la presenza del motivo a festoni a rilievo prodotti intensivamente a Roma a partire tarda età traianea-prima età adrianea (da ultimo Herdejürgen 1996). Il tema del thiasos marino posto a ornamento della lunetta è fra i maggiormente diffusi nella scultura funeraria romana e può essere interpretato come rimando alla condizione idillica ultraterrena (Parodo 2018).
Jessica Clementi