La piccola statuetta è conservata, insieme a una serie di bronzetti di soggetto differente, nei depositi della Palazzina Borghese. È ritratta la figura di un Lare danzante con tunica corta e ampia, fermata in vita e gonfiata, all’altezza del fianco sinistro, dal movimento del passo di danza. Ai piedi indossa degli alti calzari aperti, gli endromides. Nelle mani, che si conservano parzialmente, doveva sorreggere la patera, il piccolo vassoio utilizzato nelle libagioni e il corno potorio. Il soggetto è da porre in relazione con i Lares Compitales, divinità protettrici dei compita, i crocicchi delle vie e successivamente legati alla tutela della casa.
Il bronzetto votivo è inquadrabile nel I secolo d.C.
Acquisto dello Stato, 1902.
La statuetta raffigura un Lare che incede frontalmente a passo di danza, con la gamba sinistra in avanti e la destra arretrata. Indossa una larga e corta tunica appuntata sulla spalla sinistra e stretta in vita da un cinctus che forma un ampio ricasco, un apoptygma. All’altezza dei fianchi, sul lato sinistro, il panneggio è gonfiato “a vela” dall’aria nel movimento della danza. Ai piedi porta calzari alti e aperti, gli endromides. La testa, leggermente rivolta verso destra, appare fortemente abrasa. Il volto è giovanile e i capelli, resi da corte ciocche a grossi riccioli, sono sormontati da una corona vegetale composta da foglie rade. Il braccio sinistro è sollevato mentre il destro, proteso in avanti, doveva sorreggere una patera, un piccolo vassoio per la libagione sacrificale. La figura poggia su una base circolare.
Il bronzetto ripete un tipo assai diffuso di Lare danzante identificabile per il particolare disporsi degli arti e per l’abbigliamento. Il modello iconografico del giovinetto danzante è stato messo in relazione con i Lares Compitales, divinità originariamente tutelari delle proprietà agricole, venerate soprattutto nei crocicchi (Floriani Squarciapino 1961, pp. 479-485) e successivamente legate alle abitazioni come numi tutelari della casa e della famiglia con l’appellativo di Lares Familiares (Giacobello 2008, pp. 33-98). Con la riforma introdotta dall’imperatore Augusto tra il 14 e il 7 a.C. i Lares Compitales assunsero il nome di Lares Augusti, espressione del culto dell’imperatore, affiancando l’immagine del Genius Augusti (Kunckel 1974, pp. 22-26). Nell’iconografia del soggetto la distinzione tra Lares Compitales e Lares Familiares è stata individuata soprattutto in base alla dinamicità della figura, definita danzante nel primo caso, e statica nel secondo (Pollini 2008, pp. 393-397).
Tra i numerosi bronzetti di soggetto analogo rinvenuti a Pompei, la statuetta Borghese trova un particolare confronto con una integra e di miglior fattura, che conserva nelle mani gli attributi della divinità, la patera e il corno potorio, datata all’epoca flavia (inv. 12840: Anderson 1990, pp. 140-142). Il raffinato gioco della veste e la disposizione delle gambe sembra invece potersi affiancare con un esemplare rinvenuto nel cosiddetto Panificio del Silvano a Ostia antica (Calza, Floriani Squarciapino 1962, p. 102). La statuetta Borghese è pertinente a una serie di bronzetti miniaturistici di soggetto differente, conservata nei depositi della Palazzina, che non compare negli Inventari e nella bibliografia riguardante la collezione archeologica.
Il carattere impressionistico della plastica, pur elementare nell'esecuzione, suggerisce un inquadramento nel periodo flavio.
Giulia Ciccarello