Il dipinto rappresenta un episodio tratto dal libro di Daniele nell’Antico Testamento, soggetto ampiamente diffuso nella pittura di Cinque e Seicento. La scena è incentrata sul tentativo di seduzione da parte di due uomini nei confronti della bella Susanna, colta mentre è intenta a farsi il bagno nella fontana del suo giardino. L’opera appartiene alla tarda produzione dell’artista olandese Gerrit van Honthorst e fu acquistata nel 1783 dal principe Marcantonio IV Borghese.
Il dipinto è firmato e datato in basso a sinistra “G. Honthorst 1655” e appartiene all’ultima fase della produzione dell’artista olandese, detto Gherardo delle Notti, eseguito un anno prima della sua morte.
La composizione rappresenta Susanna e i vecchioni, noto episodio tratto dal tredicesimo capitolo del libro del profeta Daniele (1-44) in cui la bella protagonista, moglie di Joachim, è colta nell’atto di fare il bagno in una fontana per rinfrescarsi dall’intensa calura. Seminuda, raffigurata in piedi nella vasca, Susanna viene importunata da due uomini con il turbante, uno dei quali tenta di strapparle di dosso il lenzuolo bianco in cui è avvolta. Sullo sfondo si intravedono un’altra porzione della fontana da cui scende l’acqua, decorata con un putto, e le fronde degli alberi.
La critica ha individuato nella composizione l’influenza dei modelli bolognesi, quali Domenichino (Schneider 1933, p. 30), Ludovico Carracci e Guido Reni (Judson 1999, p. 58). Il tema fu largamente diffuso nella pittura cinque-seicentesca, trattato anche più volte da molti artisti di diverse scuole, probabilmente per la possibilità di esaltare la sensualità del personaggio femminile nell’ambito di una rappresentazione sacra.
Il dipinto entrò nella collezione Borghese nel 1783 mediante acquisto del principe Marcantonio IV presso Giovanni de’ Rossi. La vendita ebbe come tramiti il pittore scozzese Gavin Hamilton e l’architetto Antonio Asprucci, entrambi coinvolti nel rinnovamento della Villa Pinciana a cui il principe si stava dedicando proprio in quegli anni, in concomitanza con un ampliamento della prestigiosa raccolta artistica della famiglia. L’acquisto della Susanna si inserisce proprio in tale contesto, insieme ad un nucleo di quadri fiamminghi di cui verosimilmente faceva parte anche il Concerto dello stesso artista, tuttora in Galleria (inv. 31).
Questa fase di acquisizioni è documentata da un elenco di ricevute in cui il dipinto appare così descritto: “Una Susanna al bagno di Honthorst detto Gherardo delle Notti longo pmi 7 5/12, alto pmi 5 2/3” (cit. in Della Pergola 1959a, p. 268).
La prima attestazione dell’opera nella Villa Borghese risale al 1791 ed è rintracciabile nell’Itinerario istruttivo di Roma di Mariano Vasi, dove è citata “la Casta Susanna, d’Honthorst” nella seconda stanza dell’appartamento superiore (Vasi 1791, I, p. 289).
Nonostante la firma, probabilmente nel tempo divenuta illeggibile, l’opera viene citata nell’Inventario fidecommissario del 1833 come anonimo di scuola fiamminga, ed è ricondotta al suo autore da Giovanni Piancastelli nel 1891 (p. 429).
Un disegno di stesso soggetto dell’artista è apparso recentemente sul mercato antiquario ed è stato acquistato dal Metropolitan Museum di New York. Secondo Gert Jan van der Sman, il foglio è databile tra il 1625 e il 1630, molti anni prima la realizzazione del dipinto Borghese. Il disegno presenta molte similitudini compositive con la versione dipinta ma anche alcune vistose variazioni, tra cui la posizione di Susanna, raffigurata seduta sul bordo della vasca e non in piedi, e le sembianze nonché l’abbigliamento dei due uomini. Il confronto non rivela una distanza temporale così ampia tra le due opere, tanto da far supporre che la Susanna dipinta sia in realtà una tarda ripresa di una composizione giovanile perduta, di cui rimarrebbe testimonianza nel disegno di New York (Onali 2015, p. 206).
Pier Ludovico Puddu