Questo mosaico, documentato con certezza in collezione Borghese a partire dal 1693, secondo una sedimentata ipotesi sarebbe stato acquistato da Scipione Borghese che, appassionato di manufatti simili, lo avrebbe chiesto direttamente al suo autore, il mosaicista veneziano Alvise Gaetani. Raffigura la Vergine Maria, qui vestita con un manto nero e un velo bianco, mentre stringe le mani in segno di dolore. Tale immagine, ripresa da un dipinto di Tiziano Vecellio, ha spinto la critica ad ipotizzarne l'esecuzione a partire da una derivazione dalla tela del maestro cadorino tuttora conservata in Galleria.
Salvator Rosa (cm 76,5 x 62,5 x 7)
Roma, collezione Borghese, 1693 (Inventario 1693, Stanza XI, n. 91; Stanza VIII, n. 242); Inventario 1790, Stanza VII, n. 122; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 32. Acquisto dello Stato, 1902.
Sul retro 'OPUS ALOYSII GAIETANI VENETI 1607'
La provenienza di questo mosaico resta incerta. L'ipotesi, infatti, che l'opera fosse stata comprata da Scipione Borghese direttamente dal Gaetani (Della Pergola 1955; Staccioli 1971; Valeriani 1999; Herrmann Fiore 2006) è priva di fondamento, sebbene la presenza nella raccolta pinciana di manufatti analoghi acquistati senz'alcun intermediario dal colto cardinale induca a non scartare definitivamente tale suggerimento ma ad adottarlo con i dovuti accorgimenti.
Come attestato da un'iscrizione leggibile sul retro, la composizione fu eseguita nel 1607 dal veneziano Alvise Gaetani, informazione completamente ignorata dall'estensore dell'inventario del 1693, anno in cui la Vergine addolorata è attestata per la prima volta nella collezione borghesiana ("un quadro di due palmi e mezzo in musaico con una Madonna con le mani piegate disegno di Titiano del n. 645 cornice negra"; Inv. 1693). Avvicinato nel 1700 alla produzione musiva di Marcello Provenzale (Inv. 1700), tale nome fu debitamente corretto solo nel 1790 (Inv. 1790), quando il quadro fu restituito all'Alvise, nome ripetuto negli elenchi fedecommissari.
L'immagine raffigurante la Vergine Addolorata deriva certamente da una delle numerose repliche del noto dipinto di Tiziano conservato a Madrid (Museo del Prado, inv. P449), individuata nel 1893 da Adolfo Venturi con l'esemplare bassanesco presente in collezione Borghese (inv. 63) fin dal 1650. Tale ipotesi non trova però riscontro con le evidenze documentarie (Capitelli 1998), a meno che non si debba immaginare che il veneziano avesse visto altrove, forse in laguna, la tela del collega, pervenuta successivamente nella raccolta Borghese. Di certo, risulta alquanto singolare l'esistenza nella stessa quadreria di due opere analoghe - una su tela, l'altra eseguita a mosaic - circostanza che induce a supporre ad una loro comune provenienza.
Antonio Iommelli