Questa raffinata miniatura su pergamena, tradizionalmente ritenuta un'opera di Giuseppe Cesari detto il Cavalier d'Arpino, è stata attribuita dalla critica al miniaturista bolognese Bonaventura Bisi, noto come Padre Pittorino. Documentata in collezione Borghese a partire dal 1693, l'opera raffigura Adamo ed Eva, ritratti nudi nel Giardino dell'Eden, alle cui spalle si erge l'albero della conoscenza del bene e del male. Secondo il Libro della Genesi, infatti, Dio ordinò alla coppia di nutrirsi di tutti i frutti presenti nel giardino, tranne che di quelli dell'albero proibito. Ma Eva, tentata da un serpente, mangiò insieme ad Adamo uno di quei pomi, macchiandosi così del peccato originale.
Questo dipinto è attestato in collezione Borghese a partire dal 1693, identificato da Paola della Pergola (1965) nell'inventario di quell'anno con il "quadretto ovato con cornice di attaccaglie di rame dorato con dentro Adamo et Eva con il serpente del N.o del Cav. Giuseppe". L'attribuzione a Giuseppe Cesari, formulata nel 1693, è ripetuta in tutti gli inventari della collezione (1790. Inventario Fidecommissario 1833), ad eccezione di quello del 1700 in cui la miniatura è descritta come opera "di Raffaele".
Il primo ad attribuire la pergamena a Bonaventura Bisi, miniaturista bolognese ricordato dalle fonti per aver eseguito una Vergine col Bambino tratta da un esemplare raffaellesco (su Padre Pittorino si veda da ultimo Stone 2020 con bibl. precedente), fu Adolfo Venturi (1893), seguito da Roberto Longhi (1928) e da Paola della Pergola (1955) secondo cui l'opera poteva essere un pallido ricordo di una delle tre grandi tele scomparse nel Settecento raffiguranti Eva che porge il pomo ad Adamo, La creazione di Adamo ed Eva e La cacciata dal Paradiso terrestre, eseguite rispettivamente per Scipione Borghese da Giovanni Baglione, dal Cavalier d'Arpino e da Domenico Passignano. Secondo Herwarth Röttgen (2002), invece, il dipinto Borghese non si ispira alla Creazione, eseguita secondo Giovanni Baglione dal Cavalier d'Arpino nel 1609 per le esequie di Giovanni Battista Borghese e confusa da Della Pergola con La creazione di Adamo ed Eva, bensì ad un quadro con analogo soggetto in possesso di un altro collezionista non essendo documentato in casa Borghese alcun Peccato originale di pugno dell'arpinate. Tale prototipo è stato individuato da Röttgen (cit.) con la tavola di ubicazione ignota, apparsa nel 1970 sul mercato antiquario, datata intorno agli anni Venti del Seicento.
Antonio Iommelli