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Annunciazione

Giaquinto Corrado

(Molfetta 1703 - Napoli 1766)

Il bozzetto dell’Annunciazione entra a far parte della raccolta Borghese nel 1915 ed è ricondotto alla mano di Corrado Giaquinto dall’allora direttore della Galleria Giulio Cantalamessa. Nonostante le numerose ipotesi avanzate dalla critica, sono ancora diversi gli scenari aperti sull’individuazione del dipinto finale collegato a questo bozzetto, forse identificabile con una perduta pala d’altare. Parallelamente anche la cronologia dell’opera rimane incerta, oscillando in un ampio arco temporale corrispondente agli ultimi quindici anni di vita del pittore.


Scheda tecnica

Inventario
553
Posizione
Datazione
databile tra il 1750 e il 1766
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tela
Misure
63 x 34 cm
Cornice
‘700 (con intagli a rocaille) cm. 80 x 40,8 x 4
Provenienza
Acquisto dello Stato, 1915.
Mostre
  • 1993 Bari, Castello Svevo; Roma, Palazzo Venezia
  • 2006 Madrid, Palazzo Reale
Conservazione e Diagnostica
  • 1942 Carlo Matteucci

Scheda

Il bozzetto a olio rappresentante l’Annunciazione, acquistato dallo Stato nel 1915, è confluito nella Galleria Borghese come opera di Corrado Giaquinto ed è così attribuito in un contributo dell’allora direttore Giulio Cantalamessa pubblicato nello stesso anno (1915, p. 345).

Successivamente, Roberto Longhi (1928, p. 226) riconduce l’opera a un anonimo pittore napoletano affine al Porretta d’Arpino e a Giacinto Diano (o Diana), quest’ultimo ritenuto convincente da Paola Della Pergola (1955, p. 88, n. 157), la quale cataloga il dipinto sotto tale nome. Tre anni dopo, Mario D’Orsi (1958, p. 122) restituisce definitivamente l’Annunciazione a Giaquinto, collocandola nel periodo spagnolo del pittore, tra il 1753 e il 1762.

La piccola tela dalla forma centinata rappresenta la Vergine con le braccia aperte mentre rivolge il suo sguardo all’Arcangelo Gabriele, raffigurato nella parte opposta della composizione sospeso tra le nuvole. In alto, al centro, compare la colomba simbolo dello Spirito Santo, da cui si irradiano fasci di luce, circondata da una schiera di piccoli angioletti. L’ambientazione presenta elementi della quotidianità, arredi e oggetti di uso comune, mentre lo sfondo è chiuso da un ampio tendaggio verde. La resa cromatica è attentamente studiata, come dimostra la ripresa dello stesso rosa dell’abito della Vergine nella fascia stretta alla vita di Gabriele e nel panno dell’angioletto seduto sulle nuvole in alto a destra della composizione, quasi a voler creare un collegamento simbolico tra il piano terreno e quello divino. 

Nel corso degli anni, la critica ha tentato più volte di individuare il dipinto finale collegato a questo bozzetto, senza tuttavia arrivare a delle conclusioni certe. 

Ève Nyerges (1979, p. 208) lo collega all’Angelo annunciante del Musée de Beaux-Arts di Budapest, ritenuto parte di un’Annunciazione perduta eseguita dall’artista per la chiesa di San Luigi di Palazzo a Napoli, oggi non più esistente.  Liliana Barroero (1986, p. 96) lo considera invece una prima idea per la pala d’altare di stesso soggetto nella chiesa dell’Annunciata a Todi, databile al 1750 circa, con cui il bozzetto Borghese è in stretto rapporto. Un’ulteriore ipotesi si lega all’esistenza di una copia dell’opera, di pressoché identiche dimensioni, conservata in collezione privata a New Haven (USA), che è stata messa in relazione ad un progetto schizzato da Luigi Vanvitelli (Caserta, Palazzo Reale) per l’altare della chiesa dei Padri della Missione a Napoli, in cui è forse riconoscibile la stessa composizione (Nolta 1987, p. 327). Poco prima della sua morte nel 1766, Giaquinto collaborò con Vanvitelli nell’ambito dei lavori della chiesa napoletana e potrebbe aver concepito l’opera in questa occasione. Se il bozzetto romano fosse realmente collegato a tale impresa, esso rappresenterebbe, insieme a quello americano, l’unica testimonianza rimasta di un dipinto di cui al momento non rimane traccia, e di cui non è nota l’effettiva realizzazione. Infine, Kristina Herrmann Fiore (1993) propone di identificare il quadro Borghese con il bozzetto per la perduta pala d’altare della chiesa dell’Ospedale dei Fratelli Misericordiosi a Graz (1753). 

Le diverse proposte avanzate dalla critica fino a questo momento aprono altrettanti scenari differenti riguardo alla cronologia dell’opera, oscillante in un arco temporale piuttosto ampio che va dai primi anni Cinquanta del Seicento, in prossimità della partenza per Madrid dove Giaquinto lavorò come pittore di corte, e la tarda attività dell’artista nell’ultima parte della sua vita, trascorsa a Napoli.

   

Pier Ludovico Puddu




Bibliografia
  • G. Cantalamessa, Divagazioni critiche a proposito d’un quadretto di Corrado Giaquinto, in “Bollettino d’Arte”, XXII, 1915, p. 345.
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 226.
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, p. 88, n. 157.
  • M. D’Orsi, Corrado Giaquinto, Roma 1958, p. 122.
  • M. Volpi, Corrado Giaquinto e alcuni aspetti della cultura figurativa in Italia nel ’700, in “Bollettino d’Arte”, ser. 4, XLIII, 1958, p. 282, n. 67.
  • È. Nyerges, Une oeuvre récemment attribuée à Corrado Giaquinto, in “Bullettin du Musée Hongrois des Beaux-Arts”, LII, 1979, p. 208.
  • L. Barroero, recensione a Corrado Giaquinto (1703 - 1766), a cura di P. Amato, Molfetta 1985, in “Storia dell’arte” LVI, 1986, p. 96. 
  • D. Nolta, scheda in A taste for angels. Neapolitan painting in North America, 1650-1750, catalogo della mostra (New Haven, Yale University/Art Gallery, 1987. Sarasota, John and Mable Ringling Museum of Art, 1988. Kansas City, Nelson-Atkins Gallery of Art, 1988), a cura di M.G. Neil, New Haven 1987, p. 327, n. 48.
  • L. Di Giacomo, scheda in Corrado Giaquinto. Capolavori delle corti in Europa, catalogo della mostra (Bari, Castello Svevo; Roma, Palazzo Venezia, 1993), con testi di C. Strinati et alii, Milano 1993, pp. 216-217, n. 49.
  • K. Herrmann Fiore, La Galleria Borghese al San Michele. Dipinti in mostra nella Chiesa Grande del San Michele, Roma 1993, parete 19, n. 5. 
  • C. Stefani in P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 354, n. 5.
  • F. Capobianco, scheda in Corrado Giaquinto y España, catalogo della mostra (Madrid, Palazzo Reale, 2006), a cura di A. Pérez Sánchez, Madrid 2006, pp. 152-153, n. 27.
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 176.