La scena è di difficile lettura a causa del cattivo stato conservativo ma presenta alcuni elementi che possono suggerire si tratti di una raffigurazione delle Tentazioni di Sant’Antonio. La composizione è dipinta sul retro di una tavola di formato circolare, già decorata sul fronte da un Paesaggio con fuga in Egitto riconducibile alla maniera di Jan Brueghel il vecchio. La tavola è presente in collezione Borghese almeno dal 1693, anno a cui risale la sua prima menzione in un inventario.
‘800 (parte di un polittico) cm. 28 x 181,5 x 4
Inventario 1693, Stanza XI, nn. 1-5; Inventario 1790, Stanza VII, nn. 77-78 (?); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 29, n. 64/66. Acquisto dello Stato, 1902.
La composizione qui esaminata è stata eseguita sul retro di una tavola di formato circolare, già dipinta sul fronte con la rappresentazione di un Paesaggio con fuga in Egitto. Il tondo potrebbe aver avuto inizialmente la funzione di coperchio per un contenitore e successivamente, una volta dismesso il suo utilizzo, potrebbe essere stato dipinto anche sul retro per una fruizione da entrambi i lati. La scena è infatti di diversa mano rispetto al Paesaggio e riconducibile ad una cronologia successiva, anche se la sua lettura appare compromessa dal cattivo stato di conservazione.
Al centro compare un elemento vegetale, su cui si riflette la luce proveniente dalle fiamme che incendiano una chiesa visibile a destra sullo sfondo; nella parte opposta sono visibili degli uccelli neri, mentre in basso si distinguono due figure, di cui una identificabile con un frate. In alto appare un uomo in sella ad un cavallo volante. Il soggetto, generalmente indicato come l’Incendio di una chiesa, potrebbe essere interpretabile con le Tentazioni di Sant’Antonio ed è forse riferibile ad un ambito fiammingo, come il Paesaggio con fuga in Egitto (Della Pergola 1959, p. 167, n. 241). Quest’ultimo è stato accostato al nome di Jan Brueghel il vecchio da Paola Della Pergola (cit., p. 157, n. 224), ritenendolo opera della cerchia o di derivazione. Il termine ante quem per l’esecuzione dell’Incendio è individuabile nel 1693, anno in cui la tavola compare per la prima volta documentata in collezione Borghese, alla voce “due tondi di Diametro di mezzo palmo in circa uno numerato 93 con Paesi […] Incerti”. La sicura corrispondenza con il tondo in esame deriva non solo dalla descrizione di due soggetti, ma anche dal riferimento al numero 93, tuttora visibile nella parte inferiore del Paesaggio. Successivamente, l’opera è forse rintracciabile nell’inventario del 1790 alla voce “Due paesini in tondo, stile di Brugolo” e in quello fidecommissario del 1833, dove tuttavia viene citato soltanto il fronte.
La provenienza della tavola Borghese e il momento del suo ingresso in collezione rimangono ad oggi sconosciuti.
Pier Ludovico Puddu