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Madonna con Bambino e i santi Michele, Giuseppe, Gioacchino e Anna

Tisi Benvenuto detto Garofalo

(Garofalo o Ferrara 1476 - Ferrara 1559)

Nella tavola le figure sono disposte ai lati della Madonna, che siede in posizione di assoluta centralità. Sullo sfondo, appena accennato, si intravede un elemento architettonico, particolare assai frequente nelle composizioni del Garofalo. Oltre all'arcangelo Michele, le figure rappresentate sono probabilmente da riconoscere come san Giuseppe, a destra del dipinto, e Anna e Gioacchino in secondo piano.


Scheda tecnica

Inventario
240
Posizione
Datazione
1524 circa
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tavola
Misure
cm 47x82
Provenienza

Collezione Borghese, Inventario Fidecommissario 1833, p. 14.

Mostre
  • 1982, Roma, Palazzo Venezia
  • 2008, Ferrara, Castello Estense
Conservazione e Diagnostica
  • 1921, Riccardo Bacci Venuti
  • 1941, Gabinetto Nazionale del Restauro
  • 2019, Koinè
  • 2021, Measure3D di Danilo Salzano (scansioni laser 3D)
  • 2021, Erredicci (indagini diagnostiche)
  • 2021, ArsMensurae di Stefano Ridolfi (indagini diagnostiche)
  • 2021, IFAC-CNR (indagini diagnostiche)

Scheda

Sebbene non si conosca la provenienza originaria, questo dipinto presenta una singolarissima iconografia. La composizione, realizzata al modo veneziano con tutte le figure ritratte a mezzo busto, è dominata da un’architettura classica sulla parte sinistra dello sfondo, mentre a destra si apre uno scorcio di cielo. In primo piano, è possibile individuare immediatamente nella Vergine Maria la figura mediatrice, che con il suo sguardo rivolto verso lo spettatore e con la sua mano destra che sorregge il piccolo Gesù, consente a chi osserva il dipinto di avere accesso all’opera e al suo significato. Il Bambino, in braccio alla madre e appoggiato su un panno bianco con delle frange, indica a sua volta un mappamondo suddiviso in due calotte, l’una celeste, l’altra con un paesaggio boschivo in cui è appena accennata una figura umana: in quest’ultimo dettaglio, data anche la compresenza del lenzuolo che potrebbe alludere al sudario, è stato letto come un accenno all’orazione nell’orto (Herrmann Fiore 2002), che sommato al precedente riferimento darebbero luogo ad una prefigurazione della Passione di Cristo, tra l’altro in linea con la passione per la collocazione geografica dei luoghi sacri molto in voga anche nell’età moderna (A. Scafi, Il paradiso in terra. Mappe del giardino dell'Eden, Milano 2007). A destra, San Giuseppe sembra osservare attentamente e teneramente il gioco del piccolo Gesù, mentre a sinistra si trova San Michele Arcangelo, completamente armato di una splendida corazza e coronato con un raffinatissimo diadema, sopra al quale nella decorazione architettonica compaiono due personaggi seduti nell’atteggiamento dei prigionieri, probabile allusione della sconfitta del demoniaco tipica del culto micaelico. Dietro questa triade, si trovano due personaggi anziani in cui qualcuno ha voluto riconoscere, dato l’accenno di aureola, i santi Gioacchino e Anna.

Nonostante le diverse proposte di datazione, che variano tra il 1539-1532 (Coliva 1994), il 1530-1531 (Neppi 1959) e il 1527 (Herrmann Fiore 2002), sembra del tutto condivisibile una datazione intorno al 1524 (Fioravanti Baraldi 1993), data la forte influenza dossesca probabilmente derivabile dalla coeva collaborazione del maestro ferrarese con il Tisi per la realizzazione del Polittico Costabili destinato alla distrutta chiesa di Sant’Andrea a Ferrara (Pinacoteca Nazionale di Ferrara, invv. PNFe 189-194; Della Pergola 1955). Oltre a questo dato, è possibile notare una forte padronanza da parte di Garofalo del linguaggio del Raffaello maturo, circa nella stessa direzione delle soluzioni adottate più o meno contemporaneamente da Giulio Romano. Un peculiare e distintivo raffaellismo è particolarmente visibile soprattutto nella figura del San Michele, in possibile riferimento all’invio del cartone da parte del Sanzio al duca Alfonso I d’Este per l’opera destinata a re Francesco I di Francia del medesimo soggetto e oggi presso il Musée du Louvre (inv. 610; per la vicenda del cartone e dei legami tra la pittura di Raffaello e quella del Garofalo, con bibliografia precedente, si veda: K. Faber, Il "Trionfo di Bacco" di Benvenuto Tisi detto Il Garofalo: dal modello raffaellesco al dipinto per le "camere nuove de corte" di Ercole II d’Este, in Dosso Dossi e la pittura a Ferrara negli anni del ducato di Alfonso I, a cura di A. Pattanaro, Cittadella 2007, VI, p. 295).

Lara Scanu




Bibliografia
  • G. Petrucci, Vite e ritratti di XXX illustri ferraresi, Bologna 1833, p. 14
  • E. Platner, Bes Chreibung der Stadt Rom, III.3. Das Marsfeld, die Tiberinsel, Trastevere und der Janiculus, III, Stuttgart 1842, p. 299
  • G. Baruffaldi, Vite de’ pittori e scultori ferraresi, I, Ferrara 1844-1846, p. 364 nota 1
  • G. Morelli, Kunstkritische Studien über italienische Malerei. Die Galerien zu München und Dresden, Leipzig 1890 (ed. 1892), p. 210
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, pp. 133-134
  • G. Gruyer, L’art Ferrarais a l’époque des Princes d’Este, II, Parigi 1897, p. 324
  • B. Berenson, The North Italian Painters of the Renaissance, New York-London 1907, p. 227
  • E. G. Gardner, The Painters of the School of Ferrara, London 1911, p. 237
  • R. Longhi, Precisioni nelle gallerie italiane. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 198
  • A. Venturi, Storia dell’Arte Italiana, IX, 4, Milano 1929, pp. 296-298, 318 n. 1
  • B. Berenson, Italian Pictures of Renaissance. A list of the Principal Artist and their Works with an Index of Places, Oxford 1932, p. 219
  • B. Berenson, Pitture italiane del Rinascimento: catalogo dei principali artisti e delle loro opere con un indice dei luoghi, Milano 1936, p. 188
  • A. De Rinaldis, Catalogo della Galleria Borghese, Roma 1948, p. 74
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, Roma 1951, p. 47
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, pp. 39-40 n. 53
  • C. Scaccia Scarafoni, Un affresco ritrovato del Garofalo, «Bollettino d’Arte», XLIII, 1, 1958, p. 90
  • A. Nappi, Il Garofalo, Milano 1959, pp. 34-35
  • P. Della Pergola, L’inventario Borghese del 1693. III, «Arte Antica e Moderna», 30, 1965, p. 202
  • B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Central Italian and North Italian Schools, I, London 1968, p. 157
  • A. M. Fioravanti Baraldi, Benvenuto Tisi da Garofalo tra Rinascimento e Manierismo. Contributo alla catalogazione delle opere dell’artista dal 1512 al 1550, 1976-1977, pp. 62, 144
  • V. Sgarbi, Testimonianze inedite del raffaellismo in Emilia : Garofalo, Gerolamo da Carpi e Battista Dossi a Belriguardo, in Studi su Raffaello, a cura di M. Sambuco Harmound, M.L. Strocchi, Urbino 1987, p. 598
  • A. Pattanaro, Il testamento di Antonio Costabili : per il polittico di Dosso e Garofalo già in Sant’Andrea a Ferrara, «Arte Veneta», XLIII, (1989-1990)1991, p. 132
  • A. M. Fioravanti Baraldi, Il Garofalo. Benvenuto Tisi pittore (c. 1476-1559), Rimini 1993, p. 166, n. 101
  • A. Coliva, Galleria Borghese, Roma 1994, p. 127
  • V. Romani, in A. Ballarin, Dosso Dossi. La pittura a Ferrara negli anni del Ducato di Alfonso I, Cittadella (PD) 1994-1995, scheda 311
  • E. Sambo, Niccolò Pisano pittore (1470-post 1536), Rimini 1995, p. 48
  • C. Stefani, in Galleria Borghese, a cura di P. Moreno e C. Stefani, Milano 2000, p. 264
  • K. Herrmann Fiore, in Il museo senza confini. Dipinti ferraresi del Rinascimento nelle raccolte romane, a cura di J. Bentini e S. Guarino, Milano 2002, p. 163, scheda 20
  • K. Hermann Fiore, Roma scopre un tesoro. Dalla Pinacoteca ai depositi, un museo che non ha più segreti, Roma 2006, p. 80
  • M. Danieli, scheda n. 10, in Garofalo. Pittore della Ferrara Estense, catalogo della mostra (Ferrara, Castello Estense, 5 aprile - 6 luglio 2008), a cura di T. Kustodieva, M. Lucco, Milano 2008, pp. 149-150