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Matrimonio mistico di Santa Caterina

Francucci Innocenzo detto Innocenzo da Imola

(Imola 1488 - Bologna 1545 ca.)

Il dipinto, di provenienza ignota, è certamente presente in collezione Borghese a partire dal 1833, quando viene citato nell’inventario fidecommissario con la corretta attribuzione a Innocenzo Francucci, detto Innocenzo da Imola. L’opera, caratterizzata da un’atmosfera di particolare tenerezza, è riferibile alla prima attività dell’artista ed appartiene ad una produzione di carattere devozionale basata su formule collaudate, riprese con piccole variazioni.


Scheda tecnica

Inventario
466
Posizione
Datazione
primo quarto del XVI secolo
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tavola
Misure
cm 70 x 58
Cornice

Salvator Rosa cm. 86 x 75,8 x 7

Provenienza

Roma, collezione Borghese, Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 34, n. 37. Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1903 Luigi Bartolucci

Scheda

Il dipinto rappresenta la Madonna seduta con in braccio il Bambino benedicente rivolto verso Santa Caterina, raffigurata sulla sinistra della scena. Sul lato opposto ma in secondo piano compare San Giuseppe, con lo sguardo rivolto verso lo spettatore, le cui fattezze sembrano ispirate, come notato da Venturi (1893, p. 214), da un mosaico romano. Alle spalle della santa, oltre la tenda aperta sulla sinistra, si apre un paesaggio in cui si staglia un monte dalla forma conica.

Il pittore, nativo di Imola, è attestato già nel 1506 a Bologna, dove potrebbe aver studiato al seguito di Francesco Francia, come riportato da Malvasia (Felsina pittrice [1678], Bologna 1844, I, p. 119). Alla permanenza nella città emiliana si affianca un soggiorno a Firenze dove, come ricordato dal Vasari (Le vite… [1568], a cura di G. Milanesi, Firenze 1880, V, p. 185), lavorò con Mariotto Albertinelli, il cui contatto è testimoniato da diverse affinità a livello stilistico (C. Pedrini, ad vocem Francucci, Innocenzo (Innocenzo da Imola), in Dizionario biografico degli italiani, L, 1998).

Il dipinto è di provenienza incerta e non si conoscono le modalità del suo ingresso nella collezione Borghese. La sola citazione nota del dipinto negli inventari risale all’elenco fidecommissario del 1833, in cui compare correttamente attribuito al Francucci. L’assegnazione al pittore viene ripresa da Piancastelli (1891, p. 169), Venturi (cit.), Longhi (1928, p. 222), Della Pergola (1955, p. 52, n. 84) e Ferriani (1986, pp. 63, 69).

La tavola è riferibile all’attività giovanile dell’artista e appartiene ad una produzione di carattere devozionale basata sulla ripresa di stesse formule appena variate. La particolare tenerezza che distingue il gruppo centrale della Madonna col Bambino e Santa Caterina lascia propendere per una periodizzazione affine alla pala già nella chiesa bolognese del Corpus Domini, oggi conservata presso l’Alte Pinakothek di Monaco, databile entro il 1525 (Ferriani cit., p. 63).

Pier Ludovico Puddu




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 169;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 214;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 222;
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, p. 52 n. 84;
  • D. Ferriani, Innocenzo Francucci detto da Imola (Imola, 1490 ca. – Bologna, 1545 ca.), In Pittura bolognese del ‘500, I, a cura di V. Fortunati Pietrantonio, A.M. Fioravanti Baraldi, Bologna 1986, p. 63;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 152.