Il monumento è posto come coperchio su un sarcofago, non pertinente, decorato sul lato lungo dalla raffigurazione di un thiasos marino. Rappresenta il defunto togato disteso su una kline, un letto. La testa, non attinente alla figura, mostra un uomo in età matura. I riccioli della capigliatura che delimitano l’ampia fronte richiamano i ritratti dell’imperatore Tito, nel tipo Erbach. La presenza di un foro sul mantello all’altezza del polso destro porta ad ipotizzare la presenza del busto di una seconda figura posta accanto al defunto.
La scultura è da considerare un monumento funerario indipendente ispirato a prototipi di ambiente etrusco e diffuso in ambito romano nel I e II secolo d.C.
Collezione Borghese, nella Villa Borghese è ricordato, nel 1832, nella quarta camera e nel 1841, sua odierna collocazione (Nibby 1832, p. 115; Nibby 1841, p. 922, n. 12). Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., p. 51, n. 152. Acquisto dello Stato, 1902.
Il monumento, posto come coperchio di un sarcofago raffigurante un thiasos marino, è menzionato nella Villa Borghese dal Nibby, una prima volta nel 1832, nella quarta camera e successivamente, nel 1841, nella sua odierna collocazione (p. 115, n. 8; p. 922, n. 12).
L’uomo, disteso su un materasso, indossa una lunga toga che lascia scoperti solo i piedi e gli avambracci. La gamba sinistra, flessa, aderisce al materasso mentre la destra, piegata, vi si poggia sopra. Il busto è sostenuto dal gomito sinistro adagiato sul cervical e la mano, chiusa a pugno, si avvicina al volto. Il braccio destro è disteso, leggermente flesso, lungo il fianco. Il delicato panneggio aderisce alle forme anatomiche creando sul busto un morbido risvolto diagonale. La testa, non pertinente alla figura, ritrae un uomo maturo, dai tratti sottili e asciutti. Sul capo, i corti riccioli ad anello, che circoscrivono in maniera regolare l’ampia fronte, sembrano avvicinare il ritratto alle repliche del tipo Erbach raffiguranti l’imperatore Tito (Fittischen 1977, pp. 72-74, n. 21, 24).
L’opera è inserita dal Wrede in una classe di sculture tipologicamente affini riconosciute come autonomi monumenti funerari, diffusi in ambiente romano soprattutto tra l’età flavia e la metà del II secolo d.C. e ispirati a prototipi di ambiente etrusco (Wrede 1977, p. 423, nota 251). La collocazione come coperchio di sarcofago, quindi, deve essere stata disposta probabilmente in occasione della sistemazione nelle sale della Villa. Il Moreno riporta l’esistenza di un foro sul mantello all’altezza del polso destro che lascerebbe supporre la presenza del busto di una seconda figura posta accanto, probabilmente una donna (Moreno, Viacava 2003, pp. 231-232, n. 220).
Il monumento presenta stringenti affinità con l’analogo esemplare di L. Iulius Athenaeus conservato al Museo Nazionale Romano e datato al I secolo d.C., periodo al quale sembra potersi ascrivere anche la scultura Borghese (Micheli 1986, pp. 85-86, n. II, 429).
Giulia Ciccarello