Il dipinto, documentato in collezione Borghese a partire dal 1833, raffigura Marcello Malpighi (1628-1694), medico e biologo bolognese, noto all'epoca per le sue scoperte nel campo della conformazione dei polmoni. Lo scienziato è ritratto con in mano un disegno, riconosciuto dalla critica con quello pubblicato nella Dissertatio epistolica de bombyce, un testo di grande importanza scientifica dato alle stampe a Londra nel 1669, probabile anno d’esecuzione di questo ritratto.
Roma, collezione Borghese, 1833 (Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 34; Della Pergola 1955). Acquisto dello Stato, 1902.
Questo dipinto è stato identificato da Paola della Pergola (1955) con il ritratto "incognito d'autore incognito", così elencato negli elenchi fedecommissari nel 1833 e nelle schede di Giovanni Piancastelli (1891). Attribuito da Adolfo Venturi a fra' Cosimo da Castelfranco (1893), nel 1928 il quadro ritornò nell'anonimato, giudicato da Roberto Longhi opera di un artista ignoto assai prossimo alla maniera tintorettesca; parere accolto in parte da Paola della Pergola. Nel 1955, infatti, la studiosa pubblicò la tela come opera di un "maestro veneto", datandola intorno al 1690 per l'età mostrata dall'effigiato, identificato da Pietro Capparoni (1928) con lo scienziato bolognese Marcello Malpighi. Questi, noto all'epoca per le sue competenze in ambito medico-scientifico, fece importanti studi nel campo della conformazione dei polmoni, pubblicando diverse opere, tra cui la Dissertatio epistolica de bombyce, testo citato implicitamente in questa tela. Secondo Vincenzo Busacchi (1965), infatti, la tavola raffigurante gli alveoli polmonari, qui tenuta in bella mostra dall'uomo, fu pubblicata a corredo del suddetto volume, edito a Londra nel 1669.
Nel 2004 Kristina Herrmann Fiore (cfr. Herrmann Fiore 2006) ha proposto di assegnare la tela al pittore genovese Giovanni Bernardo Carbone, ipotesi fermamente respinta da Daniele Sanguineti (2020).
Antonio Iommelli