Acquistato nel 1914 per 2.500 lire, questo ritratto rappresenta un uomo di tre quarti, raffigurato con la mano sinistra sul petto mentre indossa un raffinato ed elegante abito scuro. Ritenuto in passato un'opera di Pompeo Batoni, si pensava riproducesse il librettista romano Pietro Metastasio, giudizio da tempo rivisto dalla critica.
Salvator Rosa (cm 74,5 x 63 x 9,5)
Roma, presso Girolamo Palumbo e Pasquale Addeo, 1914 (Della Pergola 1955). Acquisto dello Stato, 1914.
Datato "1762"
L'ingresso di questo dipinto nella raccolta pinciana è alquanto recente. L'opera, infatti, fu acquistata dallo Stato italiano solo nel 1914, venduta da Girolamo Palumbo e Pasquale Addeo come un autografo di Pompeo Batoni raffigurante Pietro Metastasio e per tale motivo pagata 2.500 lire. Tuttavia, tali nomi, ripresi senza alcuna critica da Giulio Cantalamessa (1914), Leonhard Emmerling (1932) e Giulia Natali (Eid. 1950), furono decisamente scartati da Roberto Longhi che nel 1928 giudicò la tela "senza pregio, guastissima e senza alcun legame col Batoni" (Longhi 1928). Tale parere, condiviso da Paola della Pergola (1955), è stato confermato da Kristina Herrmann Fiore che nel 2006 ha pubblicato l'opera come 'Ignoto', riportando accanto alla breve descrizione un primo elemento certo: la data '1762'.
Purtroppo, al momento le poche e scarse informazioni sul dipinto non permettono di formulare nessuna ipotesi né sull'autore, né tantomeno sull'ambito di esecuzione, trattandosi di uno di quei tanti ritratti di uomini famosi ampiamente prodotti nella seconda metà del XVIII secolo.
Antonio Iommelli