Il sarcofago infantile, di ignota provenienza, è decorato sulla fronte da clipeo centrale liscio sorretto da due cornucopie e da una coppia di paffuti Eroti alati retrospicienti in volo, con braccia protese, gambe divaricate e volto morbido incorniciato da boccoli. Sotto il motivo centrale si distinguono due crateri a calice rovesciati da cui fuoriescono frutti e, ai lati, una faretra a sinistra e un arco a destra. Il sarcofago Borghese conserva, inoltre, il coperchio decorato con ghirlande sorrette da Eroti in volo e maschere dionisiache acroteriali, soggetto con valore escatologico particolarmente diffuso a partire dalla fine dell’età adrianea.
Il motivo decorativo della fronte ebbe grande successo nelle botteghe romane, come dimostrano i numerosi sarcofagi di produzione urbana con Eroti o Vittorie che reggono un clipeo o una tabella con iscrizione dedicatoria, datati fra l’età antonina e il III sec. d.C.
Collezione Borghese, citato per la prima volta nell’Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C, p. 41, n. 11. Acquisto dello Stato, 1902.
Il sarcofago a cassa rettangolare di dimensioni ridotte adeguate alla taglia di un defunto in età precoce, di ignota provenienza, è collocato nel Portico in occasione dell’allestimento ottocentesco della collezione nel Casino di Villa Pinciana, in pendant con un sarcofago di simile soggetto e come base per una statua di Ninfa dormiente.
Decorato sulla fronte entro due listelli lisci aggettanti, presenta un clipeo centrale liscio sorretto da due cornucopie e da una coppia di paffuti Eroti alati retrospicienti in volo, con braccia protese, gambe divaricate e volto morbido incorniciato da boccoli. Sotto il motivo centrale si distinguono due crateri a calice rovesciati da cui fuoriescono frutti e, ai lati, una faretra a sinistra e un arco a destra.
Il clipeusmotiv che caratterizza il rilievo del sarcofago Borghese è di presunta origine microasiatica (Rodenwaldt 1943, p. 13) ed ebbe grande successo nelle botteghe romane, come dimostrano i numerosi sarcofagi di produzione urbana con Eroti in volo o stanti, talvolta sostituiti da Vittorie e disposti simmetricamente, che reggono un clipeo aneprigrafe o con busto ritratto del defunto o, ancora, una tabula con iscrizione dedicatoria, datati fra l’età antonina e il III sec. d. C. (Koch, Sichermann 1982, pp. 238-241; Blanc, Gury 1986, pp. 982-983; Avagliano, Papini 2015, pp. 222-223, n. 61). L’arco e la faretra, per cui viene supposto un rimando ad Apollo ed Artemide, associati a cesti ricolmi di frutta e in prossimità del clipeo sono ricorrenti in altri esemplari, in particolare in sarcofagi infantili (cfr. Sapelli 1988, pp. 213-215, n. 225; Micheli 1985, pp. 250-252, n. V, 15; Teatini 2011, pp. 230-234, n. 48, figg. 217-218; Avagliano 2015, pp. 201-203, n. 52).
Il sarcofago Borghese conserva, inoltre, il coperchio decorato con ghirlande sorrette da Eroti in volo e maschere dionisiache acroteriali, motivo con valore escatologico che ricorre di sovente nelle alzate di sarcofagi a partire dalla fine dell’età adrianea. Nell’ambito delle raffigurazioni su coperchi, lo schema iconografico degli Eroti ghirlandofori, senza la presenza di maschere, è attestato per esempio sul coperchio di un sarcofago dionisiaco ai Musei Capitolini (Matz 1969, 3, n. 200, tavv. 214, 215a; sul putto ghirlandoforo, Stuveras 1969, pp. 71-74).
Dal punto di vista tecnico e stilistico, il fregio del sarcofago Borghese è caratterizzato da un rilievo poco aggettante dal fondo, con uso del trapano evidente nelle chiome, agitate da piccoli fori; l’esecuzione sciatta e semplificata degli Eroti trova precisi confronti con il sarcofago di Postumia Paula Leonica al Museo Nazionale Romano (inv. 115248; Micheli 1985), suggerendo una uguale datazione al primo ventennio del III secolo d.C.
Jessica Clementi