Il piccolo busto in bronzo patinato è collocato su una cornice dorata ornata di festoni all’interno di una nicchia circolare in occasione di un intervento settecentesco operato dall’orafo Luigi Valadier. Il bronzetto è pertinente a una serie di figurine analoghe ma di diverso soggetto conservata all’interno dei depositi della Palazzina Borghese. Ritrae il torso di un Sileno nudo con testa aggettante, ricoperta da lunghi ciuffi radi di capelli. I folti baffi si congiungono con la fitta barba che ricopre interamente le guance e arriva a poggiarsi sul petto con lunghi boccoli tortili.
Si tratta probabilmente di un’applique ornamentale a carattere decorativo inquadrabile tra il I e il II secolo d.C.
Collezione Borghese, documentato nel 1773. Acquisto dello Stato, 1902.
La statuetta ritrae un busto nudo di Sileno. Il cranio è arrotondato e quasi calvo fatta eccezione per radi ciuffi di capelli rivolti verso l’ampia fronte bombata. L’aspetto animalesco è sottolineato dalle profonde cavità orbitali, le orecchie sporgenti, le labbra grosse, il naso camuso. I baffi a tenaglia si congiungono con la folta barba che ricade in larghe ciocche tortili sul petto. La superficie appare fortemente manomessa e levigata, con tracce di patinatura nere e macchie di colore bronzeo.
L’opera era utilizzata come applique decorativa posta probabilmente nella posizione di maggiore evidenza di una brocca, la parte inferiore dell’ansa. La Tassinari in uno studio del 2015, volto a identificare le varie tipologie delle brocche bilobate e trilobate, constata che tra i vari temi esistenti, gli attacchi inferiori delle brocche del tipo D1110 privilegiano in misura maggiore, a Napoli come a Pompei, delle maschere barbute soprattutto di satiri anziani (p. 236). A partire dall’epoca ellenistica e per tutta l’età imperiale - evidenzia la Faralli - le raffigurazioni di Sileni vengono riprodotte in numerose varianti nella statuaria, come nel vasellame metallico e nella piccola plastica bronzea. Esse servivano a decorare le estremità dei lecti tricliniares o i bracieri (2015, p. 104). Un’applique di medesimo soggetto, conservata al Museo Archeologico di Firenze, presenta, rispetto al bronzetto Borghese, una maggiore caratterizzazione dei particolari (Faralli 2015, p. 102, n. 59).
Il piccolo busto è compreso in una serie di bronzetti miniaturistici di soggetto eterogeneo, custodita nei depositi della Palazzina Borghese, della quale non risulta testimonianza negli Inventari e nella bibliografia riguardanti la collezione archeologica. In uno studio della Minozzi, elaborato in occasione della mostra “Valadier. Splendore nella Roma del Settecento”, svoltasi nel 2019 presso la Galleria Borghese, è ricordata una nota di pagamento, datata al 1773 e ritrovata da González-Palacios, circa i restauri dell’orafo Luigi Valadier su vari bronzetti definiti “alcune figurine accomodate”, nei quali l’autrice indica il gruppo in esame (1993, pp. 37, 50). Il documento descrive l’integrazione di parti mancanti e l’applicazione delle figurine su tavolette lignee dorate di diversa forma, che l’autrice attribuisce allo stesso Valadier (2019, pp. 192-195). Il piccolo busto di Sileno, in particolare, è collocato in una nicchia circolare su una cornice decorata da festoni. L’attuale sistemazione e l’esiguità del frammento non ne permettono una lettura puntuale e un preciso inquadramento cronologico, che sembra potersi ipotizzare, in base alle osservazioni stilistiche, tra il I e il II secolo d.C.
Giulia Ciccarello