Il dipinto, pur di non elevata qualità, è stato in passato attribuito a Micco Spadaro, nome certamente da respingere in favore di un artista sensibile a modelli fiamminghi. Raffigura un bevitore, il cui volto, solcato dalle rughe e caratterizzato da uno sguardo inebetito dal vino, appare vicino a una caricatura.
Polittico ottocentesco dorato (cm 37 x 99 x 5,4)
Roma, collezione Borghese, 1833 (Inventario Fidecommissario 1833, p. 25; Della Pergola 1955). Acquisto dello Stato, 1902.
La provenienza di questo dipinto è tuttora sconosciuta. L'opera, infatti, figura nei documenti di casa Borghese solo a partire dal 1833, descritta negli elenchi fidecommissari come tavola di autore ignoto (Inv. Fid. 1833). Avvicinata in data imprecisata a Micco Spadaro (cfr. Della Pergola 1955), tale attribuzione fu ripresa senza entusiasmo da Adolfo Venturi (1893), pista debitamente respinta da Roberto Longhi (1928) ma ripresa - seppur come mera indicazione - da Paola della Pergola (Ead. 1955).
Questa tavola, probabilmente un frammento di un dipinto più grande, si rifà certamente a modelli nordici, come sembra suggerire il soggetto, un bevitore raffigurato con una brocca fra le mani il cui volto appare vicino a una caricatura.
Antonio Iommelli