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Una lezione d'anatomia

Cerchia di Passerotti Bartolomeo

(Bologna 1529 - 1592)

Attribuito a Zuccari Federico

(Sant'Angelo in Vado 1542-43 - Ancona 1609)

Il dipinto è citato per la prima volta nell’inventario del 1633 come opera di Federico Zuccari e poi in quello del 1693 sotto il nome di Francesco Salviati, mentre viene registrato negli inventari successivi con l’attribuzione ad Agostino Carracci e alla sua scuola. La critica ha invece proposto i nomi di Lucio Massari e Bartolomeo Passerotti, salvo tornare in tempi recenti sulla primitiva attribuzione a Zuccari. L’opera segnala l’adesione alla produzione di genere, i cui precedenti figurativi si riconoscono nelle ‘cucine’ e nei ‘mercati’ noti in Italia attraverso la pittura olandese e la produzione della bottega veneziana dei Bassano e quella bolognese dei Carracci, che in qualche modo rende comprensibile l’antica attribuzione inventariale.


Scheda tecnica

Inventario
460
Posizione
Datazione
1575-79 circa
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tela
Misure
cm 39 x 54
Cornice

Salvator Rosa cm. 54 x 68,5

Provenienza

Roma, collezione Scipione Borghese; Inventario ante 1633, n. 227 (Corradini 1998, p. 454); Inventario, 1693, Stanza XI, n. 65; Inventario, 1700, Stanza VIII, n. 10; Inventario, 1790, Stanza II, n. 18; Inventario Fidecommissario 1833, p. 28, n. 48. Acquisto dello Stato, 1902.

Mostre
  • 1929 Firenze, Palazzo delle Esposizioni
  • 1998 Roma, Palazzo Venezia
  • 2004 Helsinki, Museo di Sinebrychoff
  • 2004 Bologna, Museo di Palazzo Poggi
  • 2018-2019 Valladolid, Museo Nacional de Escultura; San Sebastián, Museo San Telmo
Conservazione e Diagnostica
  • 2000 Enea (indagini diagnostiche)

Scheda

La composizione di questa Lezione di anatomia, dalle tonalità piuttosto scure e opache, risulta alquanto affollata di personaggi: sulla sinistra si trova il corpo semisdraiato del cadavere scorticato, circondato dagli artisti che gli si assiepano intorno. Dagli studi di Kristina Herrmann Fiore (2001, pp. 63-84, in part. p. 82) è possibile identificare i personaggi rappresentati: si riconoscono diversi artisti, tra cui Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Sebastiano del Piombo, Daniele da Volterra, Francesco Salviati, Marcantonio Raimondi, Perin del Vaga, Polidoro da Caravaggio, Andrea del Sarto, Francesco Primaticcio, Parmigianino, Jacopo Sansovino, Giambologna, Baccio Bandinelli, e lo stesso Federico Zuccari, probabile autore del quadro. L’opera segnala l’adesione alla produzione di genere, con un’interessante compresenza di artisti non tutti esattamente contemporanei tra loro ma che in qualche modo afferiscono alla medesima genealogia artistica.

La tela, come notato da Herrmann Fiore (2001, cit.), è registrata in collezione Borghese a partire dall’inventario del 1633 circa: “Un quadro d’una Notomia cornice negra et oro, alto 1 1/2 largo da Federico Zuccaro”. Nell’elenco del 1693 è indicato il riferimento al numero 168 tuttora visibile in basso a sinistra che rende certa l’identificazione del dipinto nonostante l’errata attribuzione a Francesco Salviati: “un quadro di due palmi in circa con una Natomia con molte figure cornice negra con un profilo d’oro del No 168 di Cecchin Salviati”. Negli inventari successivi la tela è elencata dapprima come opera di Agostino Carracci e poi della sua scuola, mentre la critica ha suggerito altre possibili attribuzioni: Lucio Massari per Venturi (1893, p. 211), Bartolomeo Passerotti per Longhi (1928, p. 222) e Della Pergola (1959, p. 61), assegnazione accolta anche da Ghirardi (1990), infine Federico Zuccari per Herrmann Fiore (2001). Nella mostra di Valladolid del 2018 il dipinto è stato nuovamente riferito alla cerchia di Bartolomeo Passerotti, forse autore di un disegno oggi al Louvre (da taluni invece attribuito a Zuccari), che si configura quale prototipo del quadro Borghese, databile intorno alla fine degli anni Settanta del Cinquecento (Ghirardi 2004, pp. 153-154).

Pier Ludovico Puddu




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 190;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 211;
  • P. Capparoni, I maestri d’anatomia dell’Ateneo Romano della Sapienza in “Bollettino dell’Istituto di Storia d’Arte Sanitaria”, 1926, I, VI, n. 3 p. 205;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 222;
  • P. Della Pergola, Itinerario della Galleria Borghese, Roma 1951, p. 35;
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, p. 61 n. 103;
  • P. Della Pergola, L’Inventario Borghese del 1693 (III), in “Arte Antica e Moderna”, XXX, 1965, p. 209;
  • C. Hoper, Bartolomeo Passarotti: (1529-1592), Worms 1987, p. 243.
  • A. Ghirardi, Bartolomeo Passerotti: pittore (1529 - 1592); catalogo generale, Rimini 1990, pp. 39-46;
  • S. Corradini, Un antico inventario della quadreria del Cardinal Borghese, in Bernini scultore. La nascita del barocco in Casa Borghese, catalogo della mostra (Roma, Galleria Borghese, 1998), a cura di A. Coliva, S. Schütze, A. Campitelli, Roma 1998, p. 454, n. 227;
  • Il mondo in ordine. L'immagine scientifica del mondo tra XVI e XVIII secolo attraverso le collezioni, i musei, i laboratori, catalogo della mostra (Bologna, Musei di Palazzo Poggi, settembre 2000-gennaio 2001), Bologna 2000;
  • K. Herrmann Fiore, Federico Zuccari: la Pietà degli angeli, il prototipo riscoperto del fratello Taddeo e un’Anatomia degli artisti, Roma 2001, pp. 63-84, 91-94;
  • D. Cordellier in Il Cinquecento a Bologna: disegni dal Louvre e dipinti a confronto, catalogo della mostra (Bologna, Pinacoteca Nazionale e Sale delle Belle Arti, 18 maggio-18 agosto 2002), a cura di M. Faietti, Milano 2002, pp. 346-349, cat. 101;
  • F. Jacobs, (Dis)assembling: Marsyas, Michelangelo, and the Accademia del Disegno, in “The art bulletin”, 84/2002, pp. 439-440;
  • A. Ghirardi, Bartolomeo Passerotti. Il culto di Michelangelo e l’anatomia nell’età di Ulisse Aldrovandi, in Rappresentare il corpo: arte e anatomia da Leonardo all’Illuminismo, catalogo della mostra (Bologna, Museo di Palazzo Poggi, 10 dicembre 2004-20 marzo 2005), a cura di G. Olmi, Bologna 2004, pp. 153-154;
  • T. Mozzati, Anatomia e archeologia: il nudo nella scultura del Rinascimento italiano, in “Paragone. Arte”, Ser. 3, 55-56, 2004, p. 71;
  • K. Herrmann Fiore in From Magic to Medicine. Science and Belief in 16th to 18th Century Art, catalogo della mostra (Helsinki, Sinebrychoff Art Museum, 11 marzo-30 maggio 2004), a cura di K. Eskelinen, S. Rossi, Helsinki 2004, pp. 98-103, 220-222;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese, Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 150;
  • La invención del cuerpo: desnudos, anatomía, pasiones, catalogo della mostra (Valladolid, Museo Nacional de Escultura, luglio-novembre 2018 / San Sebastián, Museo San Telmo, novembre 2018-febbraio 2019), a cura di M. Bolaños Atienza, Madrid 2018, p. 112.