Amore in riposo
(Moneglia 1527 - El Escorial 1585)
La tela, citata nell’inventario di Scipione Borghese del 1633 circa, fa parte della ricca e vasta produzione mitologica di Luca Cambiaso, inconfondibile per l’erotismo che denotano le sue figure, qui particolarmente sottolineato dalla posa languida di Amore, ritratto abbandonato ai piedi di un albero, in un’inconsueta immagine di riposo.
Scheda tecnica
Inventario
Posizione
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
Misure
Cornice
Salvator Rosa, 112,5 x 87 x 9 cm
Provenienza
Roma, collezione Scipione Borghese, 1633 (Inventario ante 1633, n. 67, Corradini 1998, p. 451); Inventario 1693, Stanza, VI, n. 30; Inventario 1790, Stanza VI, n. 7; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 39. Acquisto dello Stato, 1902.
Mostre
- 1927 Genova, Teatro Carlo Felice.
Conservazione e Diagnostica
- 1942 Carlo Matteucci (eliminazione vernici).
Scheda
Questa tela è segnalata per la prima volta in collezione Borghese nell'inventario del cardinale Scipione, ritrovato da Sandro Corradini (1998) e datato da Stefano Pierguidi (2014) al 1633 circa. L'opera viene descritta con la giusta attribuzione a Luca Cambiaso ("Un quadro a sedere Cupido in tela cornice negra, et oro, et fogliami, alto 3 3/4 largo 2 1/2, Cangiato), nome confuso dall'estensore dell'inventario del 1693 (Inv. 1693, St., VI, n. 30) con quello del Pomarancio ma debitamente citato sia da Iacomo Manilli (1650), sia nell'incartamento del 1760 trascritto da Giovanni Piancastelli (cfr. De Rinaldis 1937, p. 226) che documenta l'opera presso il palazzo di città, precisamente nella "Stanza delle Veneri" insieme a una "Venere accarezzata da Adone, Luca Cangiassi" (inv. 317) e alla "Venere sul mare con Amore sopra un delfino" (inv. 123) dello stesso autore. Pubblicato da Paola della Pergola (1955) nel catalogo delle opere della Galleria Borghese come opera autografa del pittore genovese, nel 1958 Bertina Suida Manning lo avvicinò al San Giovanni addormentato (Genova, Museo degli Ospedali Civili), collocandolo cronologicamente tra il 1560 e il 1565.
La tela rappresenta il dio dell'amore, ritratto con le fattezze di un fanciullo tenero e ingenuo, che deposto l'arco si sta concedendo un riposo, abbandonandosi ai piedi di un albero in un'inconsueta immagine di riposo. La disposizione delle gambe riprende esattamente quella di Venere e Amore sul mare, con la quale condivide una certa 'plastica durezza' (cfr. Magnani 1995, pp. 92-93) sia nella resa delle ombre, sia nel tentativo di dare dinamicità alla scena.
Antonio Iommelli
Bibliografia
- I. Manilli, Villa Borghese fuori di Porta Pinciana, Roma 1650, p. 110;
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G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 95;
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A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 118;
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R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 196:
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A. Venturi, Storia dell’Arte Italiana, IX, Roma 1933, p. 853;
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P. Della Pergola, Il n. 185 della Galleria Borghese, in “Arte Veneta”, VI, 1952, p. 22;
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P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, p. 72, n. 127;
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B. Suida Manning, W. Suida, Luca Cambiaso, la vita e le opere, Milano 1958, pp. 147, 165;
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P. della Pergola, L’Inventario Borghese del 1693 (II), in “Arte Antica e Moderna”, XXVIII, 1964, pp. 459, 466;
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L. Magnani., Luca Cambiaso: da Genova all’Escorial, Genova, 1995;
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S. Corradini, Un antico inventario della quadreria del Cardinal Borghese, in Bernini scultore: la nascita del barocco in Casa Borghese, catalogo della mostra (Roma, Galleria Borghese, 1998), a cura di A. Coliva e S. Schütze, Roma 1998, p. 8, n. 67;
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P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 248;
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K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 66;
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A. Leonardi, in Luca Cambiaso un maestro del Cinquecento europeo, catalogo della mostra (Genova, Palazzo Ducale, 2007), a cura di P. Boccardo, F. Boggero, C. Di Fabio, L. Magnani, Milano 2007, pp. 248, 250;
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S. Pierguidi, ’In materia totale di pitture si rivolsero al singolar Museo Borghesiano’. La quadreria Borghese tra il palazzo di Ripetta e la villa Pinciana, in "Journal of the HIstory of Collections", XXVI, 2014, pp. 161-170.