La tavola, come molti dipinti di area fiamminga presenti in collezione, fu acquistata da Marcantonio IV Borghese nel 1783. Venduta come opera di Isaac van Ostade, dovette essere eseguita da un ignoto copista intorno alla metà del XVIII secolo ispirandosi a quella produzione del pittore olandese raffigurante interni domestici e scene di vita quotidiana.
La composizione, raffigurante l’interno di una bottega, mostra un barbiere intento a radere un uomo, mentre tutt'intorno una serie di oggetti, squadernati alla rinfusa, rendono l'ambiente vivo e popolare. Ad arricchire la rappresentazione una gabbia appesa al soffitto, una botte di vino, un cane accovacciato e un piccolo ragazzo, probabilmente un giovane apprendista.
Cornice ottocentesca
Roma, acquisto di Marcantonio IV Borghese presso Giovanni De Rossi, 30 gennaio 1783 (Della Pergola 1959); Inventario Fidecommissario 1833, p. 36. Acquisto dello Stato, 1902
In deposito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Palazzo Chigi, Roma.
Il 30 gennaio 1783 Marcantonio IV Borghese acquistò per il tramite di Gavin Hamilton sette quadri di autori fiamminghi, tra i quali risulta 'un piccolo quadro di Isaac van Ostade rappresentante un Barbiere di Campagna con cornice intagliata e dorata' (cfr. Della Pergola 1959). Quest'opera, debitamente identificata da Paola della Pergola con la tavola in esame (Eid. 1959), fu acquistata dal mercante 'esperto in tal genere' Giovanni De Rossi, il quale dopo aver concordato col pittore inglese i dipinti da vendere al principe, ricevette da questi la somma totale di 670 scudi.
Il quadro, escluso da Adolfo Venturi (1893) dal catalogo di Isaac van Ostade, risulta un'imitazione - forse settecentesca - ispirata alla produzione dell'artista olandese: la tavola, infatti, recante la scritta 'JSAAC VAN OSTADE 1686', non poté essere eseguita dal noto pittore che - com'è noto - morì nel 1649, ossia molti anni prima rispetto alla data indicata dall'anonimo copista. Come ipotizzato da Paola della Pergola (1959), è molto probabile che a Roma, intorno alla metà del XVIII secolo, esistesse un grande traffico di opere fiamminghe, spingendo di conseguenza falsari e mercanti a immettere sul mercato antiquario moltissime composizioni contraffatte, tra le quali forse la presente tavoletta.
Antonio Iommelli